martedì 9 novembre 2010

Le comunità Quilombolas

Nella foto Antonina Borjes e la sua famiglia

Ho trascorso alcuni giorni in una comunità Quilombolas nel territorio del comune di Concordia do Parà, circa 80 km a sud-est di Belem e ho potuto parlare con una signora della comunità ( anche se purtroppo poco tempo per i suoi impegni di lavoro ) di nome Antonina Borjes che è una assessore (vereadora) del comune di Concordia per il Partido dos Trabalhadores e che sta facendo un lavoro di recupero delle tradizioni e in particolare si occupa di implementare e difendere i diritti dei Quilombolas.
il termine "Quilombo", sottolinea, è presente nei vocabolari nazionali designando i territori "afastados" (tradotto potrebbe essere degli esclusi, dei mandati via) dove i "negri", forzatamente deportati dall`Africa, si rifugiavano contro l`ordine di schiavitù.
Per intendersi erano i luoghi della latitanza, le terre che assicuravano dei buon nascondigli dove fuggire dalla barbarie della inciviltà europea, non disposta a fermarsi neanche di fronte all`evidenza di trattare con degli esseri umani quando dalle ferite che li procuravano potevano osservare che il colore del sangue era lo stesso.
Purtroppo, come del resto per la maggioranza delle culture indigene dell`intero continente americano, si è andato perdendo quasi tutto il patrimonio culturale dei Quilombolas. Antonina mi dice che si perso l' 80% circa della cultura Quilombolas, in particolare la lingua, la religione e altri aspetti fondamentali della convivialità di questa gente.
Il "MUTIRAO" (con l' accento circonflesso sulla A, purtroppo questa tastiera non ha questo carattere) è un termine che designa l`azione di mettere insieme più persone per recuperare quelle antiche prerogative ormai perse, come ad esempio fare incontrare più persone per farle lavorare insieme, condividere i pasti e alcune cerimonie, benchè anche nella musica si è perso moltissimo. Si sa che una delle prerogative musicali africane è il ritmo, le percussioni.
I "BENSEDEIRAS" sono gli oratori (qualcuno potrebbe dire stregoni) che hanno la funzione di raccontare le storie della propria gente ai bambini e alle persone malate e che rivestono funzioni religiose. Molte delle religioni africane affondano le proprie origini nell' animismo, ma in questo caso la contaminazione cattolica ha fatto perdere le antiche ritualità animiste che caratterizzavano questa gente.
Naturalmente poi ci sono le differenze tra le comunità Quilombolas, Riberinhas, Indìgenas e altre ma anche tra le stesse comunità Quilombolas sparse in tutto il Brasile.
Ad esempio una delle differenze sostanziali è sul modello di vita più o meno integrale da avere rispetto alla natura e alla sua preservazione.
"Extrativismo" sono coloro che più vivono in maniera antica la dimensione della natura attraverso la raccolta delle castagne, dei frutti degli alberi (che qua sono tantissimi), allevamento di pesci e produzione, ad esempio, della farina di mandioca.
Le comunità Indìgenas sono le più integraliste sulla maniera di vivere naturale.

Ma quanti sono i Quilombolas in tutto il Brasile?
Da uno studio che Antonina possiede si riassumono alcuni dati:

Da 1 a 200 famiglie, 313 comunità stimate
da 201 a 400 famiglie, 82 comunità stimate
da 401 a 600 famiglie, 26 comunità stimate
da 601 a 800 famiglie, 17 comunità stimate
da 801 a 1000 famiglie, 11 comunità stimate
da 1001 a oltre famiglie, 16 comunità stimate

(mediamente si puó moltiplicare ogni famiglia per 5 membri)

E quali sono le organizzazioni che si occupano della cultura Quilombolas oltre all' amica Roberta e ad Antonina?

Uno delle organizzazioni presenti nel Parà è l' associazione delle comunità rimanenti di Quilombo Nuova Speranza di Concordia (ARQUINEC), che riunisce tutte le comunità del nord dello stato.
Mentre a livello di investigazione un organismo importante è INCRA a Belem, un istituto di ricerca che lavoro, in particolare, per identificare e regolarizzare le terre dei Quilombolas. Un altro instituo importante è UNAMAIS. Questo aspetto dei diritti è il più importante di tutto in questo momento, soprattutto in uno stato come il Parà dove il conflitto della terra e i diritti sopra di essa sono cruenti. E dove il problema di arginare i grandi interessi economici in relazione, ad esempio, ad un bene fondamentale come l`acqua diventa vitale addirittura per la sopravvivenza nei propri luoghi nativi.
Antonina sottolinea come la questione dei diritti di proprietà della terra delle comunità Quilombolas si siano accompagnati a un rilievo di carattere colletivista. Infatti al pieno godimento da parte di ogni famiglia della sua proprietà vi è l' impossibilità di alienare quella stessa terra, rifondando un vincolo sacrale con la comunità e la propria storia. Si ha diritto alla terra ma la si deve proteggere e valorizzare come parte di un "tutto" inscindibile. In questa maniera è più facile difendersi dalle tentazioni di pochi di sfruttare indiscriminatamente il bene sacro della della terra.
Dal 1991 incominciarono gli studi sopra la questione del riscatto della storia e della cultura Quilombolas, investendo di conseguenza la sfera giuridica della questione.
Questi studi furono iniziati da un padre xaveriano, Sergio Tonetto che lavorò nella Commissione Pastorale della Terra e i cui obbiettivi erano i seguenti:
- 1) Garantire il rispetto della Costituzione Federale sopra i diritti Quilombolas. Regolarizzazione fondiaria. Tutela giuridica alle comunità.
- 2) Preservazione della natura
- 3) Inalienabilità della terra ( come descritto sopra)

Nell`area del comune di Concordia già 4 comunità sono titolate giuridicamente e 5 stanno per essere titolate in quanto già con certificazione ufficiale da parte del Governo Federale in Brasilia.

Alcuni problemi rilevanti anche di fronte al riconoscimento giuridico sono le lungaggini burocratiche che spesso scoraggiano le famiglie a rimanere nei propri luoghi nativi e la collusione spesso del potere politico con i grandi proprietari. Spesso i grandi proprietari terrieri hanno terre in cui sono situate le fonti delle acque ed essi non riservano nessun limitato allo sfruttamento di esse. Manca quindi un diritto che renda equo l`accesso a questo bene fondamentale e soprattutto alla salvaguardia in relazione alla protezione ambientale. Infatti negli ultimi anni disboscamento e l`abbassamento dei livelli dei corsi di acqua è preoccupante, ciò per gli interessi rilevanti sopra il commercio di legname e l`agronegozio anche da parte di grandi imprese come la BIOVAL.
Il governo federale sta pianificando di produrre biodiesel nelle aree disboscate e riforestare altre aree ma le comunità Quilombolas non vogliono quella destinazione agricola piuttosto stanno proponendo alternative come apicolture, allevamento di pesci, agricoltura con sementi naturali e artigianto tipico.

Le comunità hanno delle strutture interne determinate da assemble straordinarie e ordinarie che vengono indette sulle questioni collettive da risolvere ma non si puó parlare di una vera e propria organizzazione strutturata come ad esempio il MST. Non esiste una struttura sociale che preveda una condivisione del lavoro collettivo (Ad esempio la farina di mandioca prodotta dalle famiglie della comunità che ho visitato, viene prodotta e venduta da ognuna di esse in maniera indipendente, nel proprio lotto di proprietá, e non ci sono contributi da dare alla comunità) o ambiti collettivi per la formazione di un movimento sociale e politico, o la formazione della propria gente e il recupero del patrimonio culturale.
Antonina sottolinea che non ci sono al momento relazioni con il MST, in quanto gli obbiettivi politici e le strategie di lotta sono differenti, soprattutto in quanto i Quilombolas, rispetto a SEM TERRA, non hanno l`esigenza di occupare la terra in quanto hanno già i diritti sopra di essa, devono solo, in molti casi, ufficializzarla.

Per ultimo esprimo una sola considerazione. La comunità dove sono stato è un luogo veramente splendido, si vive la natura in maniera esaltante, una natura rigogliosa piena di frutti tropicali. le case di legno, in stragrande maggioranza, e di mattoni non si edificano abbattendo alberi o cementando il suolo. La natura fa parte del proprio habitat, camminare scalzi nella terra è sentire l`umore di essa, non ponendo barriere come il cemento che rende asfittica questa interrelazione.
Non mancano comunque i beni al consumo come televisioni, frigoriferi ed altro, segno di un compromesso tra il progresso e il rispetto della natura. Quasi tutte le famiglie hanno nel loro giardino antenne satellitari con cui poter accedere ad una pluri-programmazione televisiva.
Indubbiamente il mio livello scarso di conoscenza delle comunità Quilombolas, Riberinho, Indígenas e altre non mi può far avanzare in più accurate riflessioni, ma l`impressione dei pochi giorni trascorsi rimane positiva per un almeno un aspetto, la natura "in mano ad essi" si può ancora salvare.

Nessun commento:

Posta un commento