giovedì 18 novembre 2010

Il secondo turno delle elezioni brasiliane.

Il secondo turno delle elezioni si è svolto quando ero a bordo del battello da Manaus in direzione de Tabatinga. A bordo delle "nave più pazza del mondo" non mancava la presenza delle televisioni, dove non sono passati inosservati gli spot politici prima del giorno delle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica del Brasile e il confronto televisivo in diretta televisiva 2 giorni prima delle elezioni tra i due candidati Dilma Rousseff e José Serra. In verità è stata una campagna elettorale che, nelle televisioni, ha proposto una martellante programmazione di spot e nessun confronto/scontro, come invece siamo abituato ad assistere in Italia. L`unico confronto televisivo, pittosto sopifero, e`stato, appunto, quello citato prima, che non ha mai sconfinato in critiche o litigi tra le parti. Ognuno dei due candidati ha esposto il suo programma stimolati dalle domande di un pubblico eterogeno sia geograficamente (in raprresentanza di tutti gli stati brasiliani) che rispetto alle condizioni sociali. Una contesa elettorale un pò scialba che mi ha fatto avere nostalgia delle risse all`italiana che abbondano in prossimità delle elezioni nella nostra amata penisola dove nemmeno i più moderati esponenti politici avrebbero potuto tenere la voce così bassa e regolare! Contesa stranamente non animata neanche dal candidato di destra "Josésinho" Serra che avrebbe potuto rivatilizzarsi dalla possibilità, non del tutto pronosticabile alla vigilia, di concorrere al secondo turno. Ma l`ultraconservatore si è limitato solo ad inscenare una violenta aggressione nei suoi confronti, in realtà una palla di carta lanciatagli in una manifestazione, che però, chiaramente, ha fatto notizie nelle "impegnate" televisione. E questo ha innescato un botta e risposta tra lui e alcuni esponenti del suo partito e Lula e la Dilma dall`altra sponda. Già perchè non dobbiamo scordarci che il Presidente della Repubblica in carica ha partecipato in maniera decisiva a queste elezioni, quasi dovesse essere lui il candidato.
Nel confronto televisivo i candidati sembravano maggiormente concentrati ad una esposizione in cui sintesi e stile riuscissero a conciliare con i due minuti che per ogni domanda avevano a disposizione. Il risultato è dire poco senza entrare nel nocciolo delle questioni e rimarcare continuamente ad ogni domanda sottoposta, come il tema sia fondamentale nell`agenda politica del proprio partito. L `homo videns descritto da Sartori è il consumatore inerme di un sistema televisivo che influenza in maniera decisiva i tempi e i modi anche della politica e riduce il sapere e il conoscere che solo l`approfondimento con lo studio e con la cultura può determinare.
Così paradossalmente la Dilma ripassa la "lezione" leggendo le sue dispense per dover dare una risposta di quattro parole, mentre Serra "Montgomery Burns" espone i suoi argomenti facendo più attenzione a guardare le telecamere e a tenere una postura come si conviene quando si appare in televisione, confermando quando oggi le campagne politiche siano un prodotto sempre più consistente del "marketing mediatico".
Le elezioni le ha vinte la pupilla di Lula come era pronosticato da molti sondaggi apparsi nei giornali e nelle riviste brasiliane e indubbiamente entrambi i candidati hanno cercato un`apertura nei confronti di Marina Silva e del PV (Partito Verde) che dopo il successo del primo turno non aveva permesso ad entrambi la vittoria immediata. Un`apertura che non si inteso bene se sia stata sui temi ambientali, come si dovrebbe presupporre, o su interessi da condividere o spartire, ma ciò senza dubbio lo si vedrà più avanti.
Infatti fa riflettere da una parte la debacle del PT al primo turno se consideriamo i due precedenti mandati e il consenso che aveva raggiunto Lula, dovute alla delusione che alcuni settori della società hanno avvertito rispetto alle dichiarazioni di intenti che l` ex sindacalista aveva fatto anteriormente al suo primo mandato.
Così quel risultato ottenuto da Marina Silva va interpretato, da una parte, come lo spostamento di un bacino di elettori insoddisfatti della politica di Lula, in particolare delle politiche ambientali e sociali (malgrado i PAC), dall`altra come il PV abbia, in realtà, molte commistioni con gli altri due partiti a partire dai suoi finanziatori ( come Severiano ricordava nell' intervista).
È forse quello il motivo che ha indotto Marina Silva a non prendere posizione rispetto alle preferenze che il suo elettorato avrebbe potuto avere al secondo turno? E perchè non c`è stato un dibattito interno rispetto ad un temo così importante per capire quale fosse la tendenza rispetto alla preferenza da accordare di tutto il partito e non solo quella del suo segretario?
In un Brasile in crescita economica e considerando che è uno dei paesi con più risorse naturali al mondo, la torta da spartirsi sembra veramente considerevole e le tentazioni di subordinare la politica ad interessi di altra natura può sembrare un passo assai breve. L`analisi ci porta a considerare un altro elemento. Proprio su quei temi ambientali si doveva porre l`attenzione dai parte dei candidati al secondo turno per tentare la conquista dell`elettorato di Marina Silva. Ma ciò non è successo, la campagna elettorale è scivolata via senza affrontare seriamente i temi della deforestazione in Amazzonia e della Riforma Agraria, considerato il fatto che c`era stato un plebiscito popolare e che ancora, fino a dicembre, sta continuando, e continuerà, la raccolta di firme per emendare l`articolo 186 della Costituzione Federale del Brasile. Ma si è saputo nulla a riguardo dalla televisione e dagli altri "mezzucci" di comunicazione? Beh partecipando al plebiscito e avvertendo il disorientamento della maggiorparte dei fermati nelle piazze rispetto a quei temi direi proprio di no.
Rispetto a queste elezioni mi soffermo solo a questa relazioni tra i mezzi di comunicazione e il sistema politico rispetto al MST (Movimento Sem Terra) prendendo in riferimento una delle riviste che ho letto per informarmi sulla campagna elettorale
Un tema fondamentale su cui porre l`attenzione è il rapporto, appunto, dei partiti politici con il MST.
Naturalmente del MST si parla poco e non bene e soprattutto non si parla del suo obbiettivo dichiarato, la Riforma Agraria.
La rivista presa in considerazione è "Epoca" del 25 di ottbre 2010. All`interno di una lunga analisi tra le differenze dei due candidati, propone anche il rapporto che entrambi hanno con il MST, mentre " La Dilma mantiene una relazione di ambiguità con il il MST, Serra ne è un nemico giurato"
Riporto le parole esatte rispetto ad entrambi. Rispetto alla Dilma dice:" Con la Dilma nei piani alti del palazzo l`aspettativa è che le relazioni di governo con il MST soffrano poche alterazioni. Dilma afferma, come fece alcuni mesi addietro in un evento con gli imprenditori in San Paolo, "che non andrò a compromessi con la illegalità". Però lei dà segnali che non affronterà il MST. Allo stesso tempo Dilma disse "che sarò sempre aperta per negozzazioni e non reprimerò le rivendicazioni".
Dato che le aspettative del MST diminuirono in relazioni ai governi del PT anteriori, è possibile che l`attitudine del MST di fronte ad un governo Dilma sia la stessa che ebbe con Lula. Il MST non dà segnali che pretende aumentare o diminuire la pressione".
I due punti fondamentali che si possono sottolineare e che fanno riflettere sono, uno che le azioni del MST sono considerate illegali e in questo senso si ha la percezione che anche il giornale "Epoca" sembrerebbe non metterlo in discussione non proponendo, tra l`altro, una contra risposta da parte del MST. Ma se le occupazioni della terra di chi non ha che due braccia per lavorare e niente altro sono considerate illegali, il latifondo e tutto ciò che ruota intorno, invece, come va considerato? Forse legalità e giustizia non sono così simili come si potrebbe pensare?.
Il secondo punto è che questo discorso la Dilma l`ha fatto davanti all`imprenditoria brasiliana nella città più potente finanziariamente del Brasile. Certo servono le alleanze anche di certi settori della società tradizionalmente ostili alle origini e storia del PT per poter vincere ( grandi imprenditori e latifondisti presenti in maniera massiccia anche nel Parlamento Federale). Ma la politica non dovrebbe recuperare quei valori che caratterizzano in maniera inequivocabile ogni attore in gioco?
Rispetto al candidato Serra dice:" Se la relazione con la Dilma è priva di entusiasmo (nel primo turno il MST liberò il voto dei suoi militanti) con Serra è di ostilità aperta.
In un testo recente del MST, Serra è qualificato come "nemico" del popolo, come figura dalla "personalità autoritaria" e alleato di partiti che hanno una tendenza antidemocratica. Serra accusò il MST di usare la Riforma Agraria come pretesto per ottenere denaro e provare a innescare la rivoluzione. "C`è un certo terrore del MST con la possibilità di un governo Serra". dice Carter. Se il MST decide di ampliare le sue invasioni illegali, è probabile che Serra adotti misure per reprimere la violenza nelle campagne".
Ma di quale violenze si parla? Si dovrebbe parlare, piuttosto, di quelle violenze subite dai contadini senza terra o in condizioni di povertà, e non viceversa.
Anche in questo caso il punto fondamentale è considerare illegale quello che il MST sta facendo, che è tutt`altra cosa che una cospirazione violenta. Piuttosto il pensiero del MST è fondato su una società nuova, più giusta, più creativa e più rispettosa dell`ambiente in cui si vive, considerando la natura un bene sacro. Come si può pensare che tutto ciò sia legato alla violenza e all' illegalità? La gente ha diritto di mangiare o no? O la legalità è supplicare ai proprietari terrieri, che arrivano a possedere milioni di ettari, un cantuccio di terra da lavorare alle loro miserabili condizioni?
Chi si reca nelle zone rurali brasiliane si rende conto di quanto distorta sia l`immagine che viene prodotta da questi "mezzucci" di comunicazione, orientati anch`essi a spartirsi, in buona parte, i benefici di un sistema "tele-politico" in buona parte colluso e corrotto.
Purtroppo, date anche le circostanze del sistema mediatico brasiliano (che si attesta tristemente agli standard italiani!), non è lecito pensare che il MST avrà vita facile qualunque sia il colore politico che "tinge" il potere in Brasile. Così sembra difficile che la Dilma e i governatori del suo partito eletti nei vari stati, siano propensi a dar impulso a quella grande stagioni di riforme che restituiscano dignità alle zone rurali sempre più spopolate di questo magnifico paese.

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