giovedì 30 settembre 2010

Mappa delle esperienze nel Pará e poesia (inedita :-) ahahah )


Le onde del deserto


Chi mai
ci porterá lontano
da questi miraggi
che illudono i luoghi irreali della mente?
Quando mai cesseranno
le tempeste dorate
che rendono ciechi gli orizzonti
e accecano la mente?
Noi siamo salvi d´una vita
non vissuta
e persi tra le dune sabbiose
dei luoghi isolati
aridi come di pioggie mancanti
freddi di notti cangianti
E ci rivediamo negli specchi d´acqua
trasparenti d´incontri insperati
nelle nostre soste solitarie
quando quella mente si ferma
e una goccia di vita
ci apre un passaggio
ed é giá un prezioso presagio
Non viviamo di tutto
e non viviamo di niente
cosí il cuore esercita
il suo diritto a sentire
e a cambiare il suo umore
anche per uno solo di questi giorni
trascorsi andando incontro
alle onde del deserto.

Lavori per la realizzazione di una riserva ittica e la vasca.


"Assentamento" (insediamento) "Mártires de Abril".



Questo insediamento fu occupato il 3 maggio del 1999 e in due anni il MST é riuscito a ufficializzare la terra, ció ha permesso ad un centinaio di famiglie di poter costruire le proprie case che, come nel caso di Teo e Mamede, sono estremamente carine, grandi e immerse nel verde. E anche che ad ogni famiglia fossero distribuiti 4 ettari di terra.
La suddivisione della terra é differente da occupazione a occupazione, una volta che diviene insediamento, in base al territorio occupato, alla produttivitá della terra, agli spazi o infrastrutture presenti nel territorio occupato (per intenderci l´insediamento vicino é frutto di una occupazione di un territorio piú vasto, cosí le famiglie hanno potuto ottenere 12 ettari cadauna). In linea generale quando viene ufficializzata la terra da parte delle autoritá pubbliche, le famiglie che occuparono la terra dividono la maggior parte di essa in lotti e il restante territorio con destinazione ad uso collettivo.
Nell´insediamento "Mártires de Abril" ci sono circa 10 ettari destinati ad uso collettivo. In questo spazio é presente anche una piscina molto grande, costituita da tre vasche, anticamente era una "fazenda" turistica. In una di esse i militanti dell´accampamento stanno lavorando per recuperare la struttura e fare un allevamento di pesci. In previsione un allevamento che mantenga una riserva di 3/4 mila pesci che possono costituire alimento per le famiglie ma anche essere un introito attraverso la vendita esterna all´insediamento.
Dal punto di vista organizzativo ogni sabato viene fatta una riunione per discutere le prioritá della comunitá e le eventuali azioni da mettere in atto anche rispetto alle relazioni con gli altri insediamenti. (scriveró per il blog sopra la struttura organizzativa del MST).
Significativa é stata la chiaccherata con Mamede. Lui mi diceva che dopo la promulgazione della Costituzione brasiliana nel 1988, un tentativo di limitare il disboscamento selvaggio sfavorí enormemente i piccoli agricoltori. Una legge prevedeva che non si potesse disboscare un terreno per uso agricolo per piú del 20%. Naturalmente ció voleva dire la fame per chi aveva solo pochi ettari, mentre non toccava per niente gli interessi di chi deteneva migliaia e persino milioni di ettari (come alcuni proprietari ancora detengono).
Le foto che metto nel prossimo post sono relative alla chiusura del passaggio dello stagno (hanno costruita una porta in legno) per pemettere il defluire delle acque nella piscina dove intendono fare l´allevamento di pesci e alla piscina stessa. La foto in alto é relativa alla raccolta di fagioli fatta un pomeriggio con Mamede (che spasso ! eheheh).


sabato 25 settembre 2010

Belém e Mosqueiro



Ho trascorso alcuni giorni a Belém dove ho conosciuto alcune persone interessanti, un "produttore culturale", il suo nome é Nery, un artista pittore, tatuatore, Felipe nella casa del quale ho soggiornato alcuni giorni, un amico di Felipe, Mercedes una militante del MST la quale mi ha dato i contatti per visitare un insediamento MST e altre varie persone.
Quattro giorni a Belém trascorsi direi ottimamente ! Nery mi ha fatto conoscere alcuni locali dove si suona musica tradizionale, lui stesso in un locale ha suonato bossanova, veramente bravo. Con lui ho potuto conoscere anche la segreteria culturale dove viene implementato il programma "Cultura Viva". Nery é un grande cultore di Chico Buarque de Hollanda grande compositore brasiliano, ho incominciato a leggere qualcosa di lui e si capisce perché tanta ammirazione.
Chico Buarque é un compositore che per intenderci potrebbe compararsi alla tradizione dei cantautori impegnati italiani come Fabrizio de André, anche se la musica é differente.
Felipe é un artista in tutti i sensi (metteró prossimamente le foto), dipinge, ricicla qualsiasi materiale e si é fatto quasi tutta casa, fa tatuaggi con progetto. Non c´é bisogno di aggiungere che con lui sono entrato subito in sintonia.
Mercedes é una militante MST da diversi anni insieme con il marito che produce anche rimedi omeopatici. Suo padre é italiano ma lei non ha mai vissuto in Italia, malgrado ció parla bene italiano. E lei mi ha dato i contatti per andare nel "assentamento Mártires de Abril" dove ho potuto conoscere per la prima volta una realtá MST.
La distinzione tra "assentamento" (insediamento) e "acampamento" (accampamento) é che il primo é terra giá ufficializzata, il secondo é terra occupata.
Le mie visite, nei prossimi giorni, dovrebbe includere un altro insediamento e un accampamento prima di iniziare la navigata per il Rio delle Amazzoni.
Oggi mentre sto scrivendo si sta celebrando un ricordo per un militante ucciso un mese fa in un accampamento vicino da alcuni "pistoleros" assoldati da il "fazendero" di quella terra. Non ho potuto andare oggi lá, dovrei andare domani con alcuni militanti, per trascorrere due giorni. Ho conosciuto un altro militante scampato all´assalto dei "pistoleros".
L´occupazione della terra dei latifondisti é una prerogativa del MST che oggi conta su quasi 2 milione di famiglie integrate nel suo movimento, la maggiorparte delle quali vive ancora in situazioni precarie e di minacce costanti da parte dei "fazenderos".
Ma il grande lavoro svolto in questi trent´anni da parte del MST, non é stato solo quello di non aver avuto paura di occupare e di gridare forte l´ingiustizia perpetuata dalle menzogne dei governi succedutesi dopo la dittatura (finita nel 1985) sopra la promessa della riforma agraria ma anche quella di aver cominciato a costruire qualcosa di importante dal "basso", attraverso forme di organizzazione collettiva. Ció ha permesso di recuperare terre e soprattutto destinarle all´agroecologia sempre piú minacciata dal "agronegozio" agli interessi sempre piú forti delle compagnie straniere che non si curano della "salute" della natura bensí del profitto ottenibile.
Ma anche di organizzare proprie strutture educative, di salute, attraverso soprattutto l´impiego della medicina naturale e forme organizzative in vari livelli che coordinano l´immenso territorio brasiliano.
Per fare un esempio, in questo momento mi trovo nella casa di due militanti MST, lei si chiama Teo ed é una fitoterapica e lui Mamede ed é un agricoltore "agroecologico" molto esperto.
Nell´orto che lavorano Mamede ha piantato in 4 ettari di terreno, ben 117 specie di piante differenti, frutti, legumi e altro, ed alcune specie hanno differenti tipolologie di frutto, come ad esempio la banana (10 tipi di banani differenti !). Malgrado la mancanza di risorse ha scavato una piscina dove fare un allevamento di pesci e sta progettando di farne un´altra piú grande. Mamede é un grande conoscitore della terra, mi ha mostrato molte cose e con lui ho fatto anche la raccolta dei fagioli :-) (nei prossimi giorni metteró le foto). L´orto é anche la possibilitá di introiti, vende i frutti della terra nelle cittá vicine, portando spesso tutto con la bicicletta! L´orto ha anche un nome, molto significativo: "Lote Agroecológico Produção Orgânica" (lotto agroecologico di produzione organica).
Sempre nell´orto e anche intorno alla casa, Teo fa crescere le sue piante per uso fitoterapico, ho potuto provare un olio per massaggi che eccezionale ( magari sarebbe interessante farle arrivare anche da noi in Italia, vediamo se si riuscirá a lavorare anche per questo. Ma chiunque fosse interessato si puó vedere di combinare una spedizione con i prodotti. Gel (andiroba, tipica pianta amazzonica) per massaggi, analgesico antinfiammatorio ( sempre con andiroba), propoli, profumi naturali dalle fraganze veramente deliziose con priprioca e patchouly, cheiro do Pará).
Insomma in questa terra davvero bella ci sono individui non solo in lotta per avere la terra e non dover finire nella schiera di immigrati che affollano le comunitá delle cittá, ma anche propositive di una cultura nuova che rispetti la natura e la vita, che salvi questo mondo afflitto dall´esigenze del capitale e lo proietti in un orizzonte nuovo.

venerdì 17 settembre 2010

Delicado e Tico tico ta

Due pezzi musicali della cultura brasiliana, scusate le sbavature, li ho registrati molto velocemente ... :-)

Tico tico ta ...

"Delicado" di Waldir Azevedo

giovedì 16 settembre 2010

la comunicazione zapatista

Articolo sulla comunicazione zapatista che ho scritto in occasione dell´evento svolto in luglio a Porto Alegre "Software livre". La partecipazione é stata garantita anche in via virtuale attraverso videoconferenza. (si puó vedere anche il sito fisl11 per sapere di piú sulla comunitá alternativa alle grandi potenze commerciali che offrono internet e garantiscono i suoi spazi). L´articolo é scritto in spagnolo (scusate gli eventuali errori) ma si dovrebbe intendere abbastanza bene anche per chi non lo sa.

http://barcampartelivre.blogspot.com/2010/07/la-comunicacion-zapatista-y-el-uso-de.htlm

Despedida

È tempo della "despedida", dopo 100 giorni precisi di permanenza nella cittá carioca, trascorsi tra le varie esperienze sociali, politiche e culturali che ho potuto seguire e nelle quali ho potuto partecipare.
Non ci sono bilanci da fare perché non devo tener conto a nessuno e le varie esperienze vissute le ho sufficientemente raccontate con parole, foto, immagini. Rimane un concentrato di vita che consolida l´esperienza umana della conoscenza e della condivisione di uno stesso tempo e di spazi aperti, spesso terre di nessuno, dove il quotidiano mette a dura prova gli individui che le abitano. Quale piú efficace immagine rende la visione delle contraddizioni del nostro mondo come quella dei diseredati di Rio? Quegli abitanti della strada che affollanno i luoghi sacri della finanza assicurandosi le porte delle banche quando queste chiudono ( solo al pubblico, si intende ! la massa di denaro é sempre in movimento) per avere un luogo dove ponere i loro letti improvvisati fatti di cartoni e stracci. E lá con le loro cianfrusaglie prepararsi e servirsi la cena con gli avanzi recuperati dalla montagna di rifiuti che si erge imponente in ogni luogo dove l´abbondanza dimora e perció si spreca. Non é solo un problema di chi non ha, ma anche, di altra natura, di chi ha molto. Un pensiero del Dalai Lama rende perfettamente l´idea, egli dice che gli esseri umani si rovinano la salute per poter arrivare ad ottenere soldi e poi sono costretti ad usare quei soldi per potersi curare. Le contraddizioni che si vivono in maniera enfatizzata a Rio de Janeiro sono emblematiche di un sistema mondiale di valori basati sul consumismo, una sorta di rete sociale nella quale si resta imbrigliati perché per ogni desiderio che si impone vi é giá una soluzione commerciale che si aspetta con ansia e ogni altenativa pensata per la propria vita diventa incertezza rispetto alla possibilitá di alterare il nostro livello di benessere. Una psiche schiacciata dalla logica di non potersi piú comprare un televisore o un apparecchietto elettrico per aspirare le briciole dei pasti dopo l´abbondante companatico ( chissá poi che si mangia vedendo cosa sta succedendo in Brasile come negli Stati Uniti con le coltivazioni transgeniche delle grandi multinazionali. E si potrebbe ritornare anche al pensiero del Dalai Lama !). Se si provasse a contare quanti oggetti circondano e si collocano nel nostro spazio e quanto tempo si perde per ognuno di esso, forse ci renderemmo conto di quanta invadenza e inutilitá essi hanno rispetto all´ esperienze che rendono grande la nostra vita. L´esperienza di Rio mi insegna che dobbiamo recuperare un senso di libertá basato anche sulla necessitá di privarsi di qualcosa. Il soldato greco che scoperto nell´accampamento nemico a rubare armi ed altro, non ha voluto gettare via le sue conquiste, per il peso di quelle non ha potuto correre tanto veloce e cosí si é fatto prendere e ammazzare e ha condizionato la sorte anche del suo amico che invece se ne era liberato. La libertá non é la mancanza di paure, ma non farsi schiacciare dalla logica delle paure, volere vivere le proprie esperienze e aspirazioni sapendo che anche le paure fanno parte di esse.
Cosí non é solo una lotta sociale per permettere di migliorare lo stato di povertá esistente, le condizioni igieniche dei luoghi dove si abita (La favela di Rocinha ad esempio rimane uno dei focolai di tiberculosi piú grandi in America Latina), per offrire opportunitá ai giovani di uscire dalle logiche delinquenziali, per proteggere la condizione delle donne e dei bambini ed altro ancora, ma anche per gridare a quelle societá opulenti di non rimanere spaparanzati davanti ai programmi delle emittenti mondiali, ma guardarsi attorno, ed incontrare quelle molteplici esperienze umane che ci incamminano verso una visione diversa di convivenza e di libertá.
Rio rappresenta anche un notevole laboratorio di cultura popolare, con i suoi piú di 200 "Ponto de Cultura", giovani delle comunitá che si proiettano nello spazio culturale che piú si addice per loro. Indubbiamente la musica la fa da padrona, non vi sono dubbi che il Brasile ha un rapporto speciale con la musica. E proprio da questo punto (e giocando con le parole da questo "Ponto") che l´identitá di ogni persona umana si costruisce, sulla specialitá che ognuno di essi puó dare. Ecco che in questo senso il "Ponto" é una possibilitá anche per chi non é brasiliano ma potrebbe essere stimolato a determinare scambi culturali, lavorando nel proprio paese per farlo, conoscendo la cultura di un luogo e esportando la propria. Creare opportunitá in una visione di condivisione tra comunitá e/o tra individui ritengo sia la base per migliorare questo nostro mondo afflitto da tanti problemi. Mi é arrivato giusto ieri un email di un professore catalano conosciuto nel gruppo di volontari della UAB (Universitá Autonoma di Barcelona) durante gli incontri sugli obbiettivi del millenio. È un articolo sopra la fame del mondo, invito a leggere anche se é in spagnolo o in catalano. http://albertsales.wordpress.com/2010/09/17/amb-el-menjar-no-shi-juga/ .
Solo iniziando ad attivarsi si intuisce che questo speciale cammino permette di allargare i nostri orizzonti e non ci fa temere di viaggiare in spazi molto piú estesi che quelli territoriali, cosí la mia "Despedida" da Rio non é una foto che mostra un ricordo ma é un abbraccio profondo che mi stringe ad un´altra parte del mondo.

zevalerinho

lunedì 13 settembre 2010

La casa degli abitanti della strada




























Ci sono moltissimi abitanti della strada a Rio de Janeiro, molti dei quali sono gente uscita dalle "favelas" perché scacciati dalle famiglie o dalla gente della comunitá per differenti motivi. In questa struttura vengono accolti una volta a settimana e viene loro offerto un pasto,un rifugio per alcune ore, una persona taglia loro i capelli e due volontari americani massaggiatori si dedicano a massaggiare i piedi a tutti ( ho ricevuto un massaggio anch´io, forse un presagio che il mio futuro sará di ingrossare le fila degli abitanti della strada? Beh a parte la battuta ho visto molti sorrisi malgrado le condizioni di povertá ).
Non sempre peró sono solo gli abitanti della strada a venire qua per mangiare e gli altri servizi, ci sono persone che hanno una casa o, meglio, spesso un tetto sotto il quale stare.
Ci sono persone afflitte da disturbi fisici di vario tipo, come le persone che vediamo ai semafori delle nostre strade, negli accampamenti periferici delle nostre cittá e vicino a luoghi dove si gettano immensi rifiuti pieni di avanzi. Traspare un´umanitá dimenticata in quella casa, una comunitá di esseri umani che sanno volersi bene, che sanno sorridere e essere gentili con uno sconosciuto "gringo" come me.




corvo torvo

c´e´sempre qualche corvo che si aggira dalle tue parti, ma te lo puoi far diventare amico.


Dedica a tutti gli amici in Italia

Sono giá tre mesi che sono partito e vorrei dedicare due canzoni di autore a tutti gli amici, parenti e anche a chi mi vuol male .. :-)

Un bacio in particolare alla nuova arrivata in casa Pra ...

Le canzoni sono "pezzi di vetro" di Francesco de Gregori e "corvo torvo" di Vinicio Capossela.
Sono versioni registrate alla prima, eventuali sbavature e imprecisioni vanno in addebito al sottoscritto :-)

un abbraccio a tutti


giovedì 9 settembre 2010

Zevalerinho no GEFEP








Le ultime due settimane ho soggiornato nel centro culturale. Doveva essere solo una settimana ma l´acquisto del biglietto per Belem non é stato confermato. Non é la prima volta che qua in Brasile ho problemi con le carte di credito.




Legato al centro socio-culturale GEFEP c´é anche un´altra struttura che si trova a 100 metri di distanza. Oltre a rappresentare un luogo dove i bambini della comunitá che perdono la scuola per un motivo o per un altro possono trovare un insegnante che insegna loro differenti materie, offre una clinica omeopatica notevole, dove alcuni volontari professionisti vengono una volta a settimana per visitare la gente della zona. Beatriz la dottoressa é esperta in medicina cinese, giá é stata tre volte in Cina ed é incredibile come solo tastandoti i polsi e guardandoti la punta della lingua riesce a sapere le tue male abitudini e di che possa soffrire l´organismo. Romario poi é un massaggiatore eccezionale e sta insegnando al suo aiutante Rico. Insieme a loro c´é poi Malu che prepara i rimedi in base alle diagnosi fatte da Beatriz. Naturlamente, essendo volontario, ho potuto usufruire della visita e dei massaggi gratuitamente e anche dei rimedi omeopatici che dovrebbero bastarmi fino al mio ritorno in Italia. Comunque le visite e le cure in generale sono economiche, per permettere alla gente delle comunitá di avere un punto di medicina naturale dove poter andare. La casa ha anche un piccolo orto con erbe medicinali che naturalmente vengono usate per i rimedi.

your song (for Kathleen)



For Kathleen


You never come to my cultural centre so i recorded this video for you


Sorry for my bad english !


Kathleen nella "favela" situata in un morro di Pavuna (nord di Rio) dove faceva attivitá di volontariato con i bambini in una struttura comprata da una ragazza australiana che svolge quest´attivitá giá da quattro anni (lodevole veramente !). Sono stato a fare una visita anch´io, passando un giorno intero con loro. Quasi tutti chiamano Kathleen Barbie per la sua somiglianza alla bambola che accompagna ancora oggi l´infanzia di molte bambine.

spoglio delle schede di votazione

Operazioni di scrutinaggio delle schede della nostra urna.

Manifestazione e corteo


Marcelo Durao, uno dei coordinatori dell´evento del MST, sventola la bandiera del Movimento.




manifestazione 7 settembre 2010

la parata militare e delle forze civili per la celebrazione dell´indipendenza, con l´altra manifestazione indetta dal popolo del plebiscito. Sullo sfondo si intravedono mezzi militari.

Sidney del MST, Felis Bela e zevalerinho, in occasione della manifestazione pronti con un´urna volante per fare votare piú gente possibile.



foto plebiscito

praça rio comprido con la compagna Felis bela Cinelandia, il primo giorno di attivitá in piazza.


mercoledì 8 settembre 2010

"Plebiscito Popular"

L´ultima attivitá che ho svolto é stata quella di attivista durante lo svolgimento del Plebiscito Popolare relativo ad una questione fondamentale, la proprietá terriera in Brasile. La consulta popolare é stata organizzata da diverse organizzazioni che lottano per implementare una riforma agraria sempre promessa dalla fine del regime militare nel 1985 ma mai mantenuta, nemmeno con il governo Lula che aveva alimentato forti aspettative nella direzione di una Riforma Agraria seria.
Oggi il problema della terra é piú che mai avvertito in Brasile, non solo la speculazione nazionale e internazionale sta concentrando sempre piú risorse convertendo destinazioni agricole per puro interesse economico, ma le condizioni precarie dei lavoratori dei campi hanno prodotto un vero e proprio esodo negli ultimi decenni, "ingrossando" conseguentemente le "favelas" urbane. Non sto a mettere qua numeri e statistiche, ma essi evidenziano come la crescita economica del Brasile negli ultimi anni sia condizionata dall´aumento pericoloso di capitali stranieri, ingordi di mettere le mani sulle immense risorse naturali del paese, come il petrolio (uno degli slogan della manifestazione di chiusura dell´evento, il 7 settembre in conincidenza e in concomitanza con la parata militare per la festa dell´indipendenza brasiliana, era un´invocazione a non lasciare nelle mani dei privati la gestione del petrolio).
La consulta nasce dalla proposta della Commissione Pastorale della Terra con l´intento di porre un limite alla proprietá della terra in un paese che ancora oggi non ha una legge che la regoli seriamente e che attualizzi il disposto costituzionale relativo alla "funzione sociale" della proprietá e alla fine del latifondo.
Le contraddizioni costituzionali non si limitano solo al mancato assolvimento di quella funzione, ma si estendono alla sfera dei diritti umani e di libertá nel momento in cui esistono forme di schiavitú da parte di "fazenderos" (proprietari terrieri) nei confronti dei propri lavoratori. Forme di schiavitú basate principalmente su una forma di sfruttamento, strozzinaggio e ricatto. I bassi salari costringono in molti casi i contadini ad accettare qualsiasi condizione offerta da questi avvoltoi in cerca di carcasse umane. Lavoratori dei campi che sottopagati non riescono a provvedere nemmeno alle necessitá fondamentali, ponendosi nelle fauci dei "fazenderos", molti dei quali senza scrupoli sono pronti ad ingaggiare polizie private per contenere occupazioni, perseguendo leader scomodi , ammazzando se é necessario, insomma amministrando la propria terra come un feudo.
Il Plebiscito Popolare si é svolto dal 1 al 7 settembre, ha riunito molte organizzazioni in lotta, in particolare la piú grande é il Movimento Sem Terra (MST), ma anche il "Grito dos/as excluidos/as", varie organizzazioni di sinistra e dei movimenti sociali (nel sito "limiteda propriedadedaterra" si puó avere maggiori dettagli).
Ho potuto assistere ad alcuni incontri preparatori dell´evento e naturalmente é da evidenziare il grande sforzo che é stato compiuto da tutti per riuscire a determinare lo svolgimento del Plebiscito, considerando la mancanza di informazioni televisive, e di ció non ci si deve nemmeno poi meravigliare molto, e le carenze di risorse. Nel momento in cui sto scrivendo naturalmente non so i risultati della Consulta, ma sicuramente posso dire, alla luce anche dell´esperienza vissuta nelle piazze di Rio (la mancanza di comunicazione mediatica dell´evento ha determinato che la maggiorparte della gente non sapesse molto su questa questione, e ció implica di dover compiere uno sforzo ancora maggiore da parte degli attivisti per spiegare con decisione le motivazioni per la partecipazione), che é stato compiuto un grande lavoro.
Alla base della Consulta c´erano due domande fondamentali. La prima chiedeva se é giusto fissare giuridicamente dei limiti alla proprietá della terra. La seconda chiedeva se secondo il popolo brasiliano imporre dei limiti alla proprietá della terra permetta l´aumento della produzione alimentare in virtú del fatto di una migliore distribuzione della terra. Oltre alla Consulta c´era anche una raccolta di firme ("abaixo-assinado") per emendare l´articolo 186 della Costituzione federale brasiliana e fissare a 35 moduli fiscali i limiti della proprietá della terra.
I moduli fiscali variano da Stato a Stato in base ai diversi parametri di valutazione. Piú o meno si passa dai 175 ettari ai 3500 ettari (si puó avere maggiori informazioni sul sito che ho posto nel blog "Limitidapropriedadedaterra", in Italia il limite é di 300 ettari).
La mia esperienza diretta nella piazza é stata divertente e costruttiva, da una parte con il mio "portugnolo" italianizzato sono riuscito comunque a spiegare e farmi intendere sulle motivazioni del voto plebiscitario, dall´altra mi ha permesso di fare un´esperienza conoscitiva del movimento nella sua eterogenitá.
Un punto fondamentale da rimarcare é che quasi tutte le persone che passavano di fronte alla postazione dove abbiamo posto le urne e facevamo proselitismo, neanche provavano a dare un´occhiata a cosa stava scritto nei manifesti e nei volantini. Solo una volta fermate e spiegatoli velocemente e sinteticamente le motivazioni, molti di essi intendevano l´importanza firmando e votando. Penso che il modello neoliberista sia risucito molto bene anche in questo ossia togliere la curiositá alla gente, su qualcosa che é uno strumento della gente, Wallerstein porrebbe l´accento sulla antiteticitá dei concetti di "liberista" e "democrazia", con la pancia piena e la mente occupata si fa fatica a ragionare su concetti di uguaglianza e partecipazione.
La nostra societá é un passo accelerato per rincorrere le "sette in punto", una fretta costante che ci accompagna "tra le sette e le altre sette" nei pensieri costanti che ci attanagliano la mente e non ci lasciano nemmeno liberi di osservare due semplici parole "Plebiscito Popolare". Una curiositá mancata o che si deve stimolare, se é vero che quasi tutti non si erano accorti, passando "piú che vicini" di quelle parole cosí cristalline. Ma ironia della sorte una volta fermate riprendono coscienza di un mondo circostante e di una appartenenza ad esso, in cui talvolta ci si ferma senza dover arrivare necessariamente "alle sette in punto", si prende visione e si incomincia a pensare che ci sono cose che si decono costruire insieme. E allora bisogna accendere la luce, chi puó lo deve fare, perché molti altri possano recuperare quel senso di appartenenza. Ma é pur vero che il traffico della mente ci fa arrivare in ritardo frequentemente, c´é solo da augurarsi che da quelle vie alternative e meno trafficate si possa trovare di nuovo una dimensione civica nuova. E c´é anche da augurarsi che questo Plebiscito dia un risultato importante, per chi nel traffico dei pensieri non vive, ma chiede lavoro e dignitá, e non miseria e paura e perció intende costruire una societá migliore. Sono i milioni di individui senza terra, senza casa, senza lavoro ma con una voce che si incomincia a far sentire come nel caso del MST ormai con una esperienza trentennale e un´organizzazione che include milioni di famiglie in tutto il Brasile.
Dunque, viva il Plebiscito per un Brasile in cui la terra dia da mangiare e non dei soldi che la "sterillizzano".

Zevalerinho Rio de Janeiro, 8 settembre 2010

Zevalerinho attivista nel "Plebiscito Popular pelo limite da propriedade da terra"

"panfletando" e spiegando "aos cariocas" le motivazioni del plebiscito.

sabato 4 settembre 2010

la campagna "God save the queen"

Mayday mayday ... dopo la mitica campagna di Germania del 1998, il generalosky va a terminare la campagna di inghilterra adottando la tattica russa dell´indietreggiamento !

questo messaggio é solo per chi nel 1998 era presente !

God save the queen !