sabato 19 marzo 2011

Alcuni pensieri sopra il viaggio e i viaggiatori. "Pensieri on the road", aforismi e citazioni, Fabrizio Resca, Este, 2007, Ferrara

Tutti gli aforismi e citazioni riportati successivamente sono tratti dal libro sopra menzionato

"Noi partiamo un mattino con il cervello in fiamme, con il cuore gonfio di rancori e di desideri amari, e andiamo cullando al ritmo delle onde il nostro infinito sul finito dei mari. Alcuni sono lieti di fuggire una patria infame, altri l´orrore della loro nascita, altri ancora astrologhi sperduti negli occhi di una donna la tirannica Circe dai pericolosi profumi ...
Ma i veri viaggiatori sono soltanto quelli che partono per partire; cuori leggeri, simili agli aerostati, essi non si separano mai dalla loro fatalitá, e senza sapere perché dicono sempre "Andiamo!" I loro desideri hanno le forme delle nuvole (Charles Buadelaire)


"Dietro a un miraggio c´é sempre un miraggio da considerare come del resto alla fine d´un viaggio c´é sempre un viaggio da ricominciare" (Francesco De Gregori)


"Ahimé questa vera e propria voglia di viaggiare non é altro che quel desiderio pericoloso che viene quando si pensa al mondo e si vorrebbe aver ragione di tutto, persone, cose e avvenimenti. E non la si mette a tacere con carte geografiche e libri, chiede molto di piú e costa, ovviamente, ben di piú, bisogna essere pronti a metterci il cuore a versare del sangue .... Insaziabile e appassionata é questa voglia di viaggiare nella sua espressione piú autentica accompagnata dalla voglia di cono.scere e di fare esperienza o conoscenza mai quieta .... Noi vassalli della voglia di viaggiare passiamo la vita ad inseguire la nostra madre terra in tutte le sue forme ed espressioni,vorremmo perfino fare tutt´uno con essa pronti alla dedizione assoluta, lo sogniamo, lo desideriamo con tutte le nostre forze .... Quando la terra ci chiama, quando noi altri eterni camminatori senza sosta prendiamo commiato da casa, non stiamo abbandonando alcunqué, non stiamo fuggendo, stiamo semplicemente per tuffarci nel fuoco dell´esperienza" (Herman Hesse)


"Vale piú un miglio fatto a piedi che la lettura di cento libri" (Proverbio cinese)


"Viaggiare! Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell´individuo dal quale volevi fuggire" (Socrate)


"Ogni posto é una miniera, basta lasciarsi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da thé a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che puó cominciare con un´immagine, con una parola, con un incontro, con l´amico di un amico di una persona che si é appena incontrata e il posto piú scialbo, piú insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra della vita, un teatro di umanitá dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza piú bisogno di andare altrove.
La miniera é esattamente lá dove si é: basta scavare" (Tiziano Terzani)


"Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario deve essere strutturazione assolutamente personale alle nostre convinzioni" (Herman Hesse)


Domani Partiró e con queste citazioni si chiude il mio viaggio e virtualmente il mio blog anche se in Italia scaricheró foto e video che non ho potuto scaricare prima.
Un ringraziamento speciale alla vita che ti offre sempre opportunitá di riconciliarti con essa, nella felicitá e nella tristezza, nell´allegria e nel dolore, nell´entusiamo e nella compassione.

Amore
ti ho dimenticato
a forza di bocconi amari
sazio di cornetti
e disillusioni
Amore
pensavo di sapere
chi eri, almeno un ritratto,
ma non é mai troppo tardi
per convogliare a ingiuste nozze
e sentire che non eran rose rosse
Amore
io ti pensavo
come ti volevo
senza una via d´uscita
nel centro del cuore
Amore
che idiozia
concepirti limitato
in quel ritratto che mi hai mostrato
con il riguardo della testa
che tutto ripone a ragione
perché se tutto ció che mi circonda
é giá amore
non devo chiedere nient´altro
che non pretendere di vivere
la vita di quell´altro
del ritratto che ho creduto
unico amore
scoprendo poi
il suo infinito inganno
Amore
é solo quello
di cui non si dá menzione
lo si vive
per non rimanerne senza
in ogni luogo dove si ama
a torto o a ragione

Valerio Masetti

giovedì 17 marzo 2011

Che é stato il mio viaggio?
Un´immersione in apnea
nelle realtá del mondo
uno spazio ritagliato nel profondo
dove mostrarmi sorpreso e arrabbiato

Sono stato uno scrittore
e poi un´artista
un rivoluzionario
e ancora un musicista
un giornalista e un politico di"mischia"
ho potuto essere quello che ho fatto
senza dare conto o ragione

Compiere il mestiere della vita
é stupire sé stessi
con mille favole e una lotta coriace
É cogliere la passione
nel giorno migliore
stuzzicarla in un insolito modo
senza strascicare la curiositá
nelle scie della ragione

Io sono quello che ho fatto
senza giustificazione
un giorno poeta
un altro coglione
artista impegnato
e ipocrita cantore

E ora che sto riprendendo la rotta
non ho piú scuse da presentare,
alle corti dei vivi
banchettai senza soste
e furono fasti e miserie

Sí, torno a casa
solo con il necessario
a braccetto di tutti quelli che ero
e che non ho mai assecondato
Daltronde dove meglio proiettarsi
se non tornare a celebrarsi
in quelli che faró?


P.s. Non mi faccio mai nessuna aspettativa prima di partire per un viaggio o fare un´esperienza, perció tutto quello che si vive é sempre una novitá. Ma da questa esperienza ho avuto molto piú di quanto mi sarei potuto immaginare e aspettare.

Valerinho

domenica 6 marzo 2011

Canzone per mio padre (Poesia per l´amico Luis Alberto)

Passa una vita

Come un giorno

Un preludio la mia infanzia

Senza piú un ritorno

Uno stormo di note

Che mi girano intorno

E non lasciano cadere

Le ore nel sonno

Io ho giá deciso dove voglio andare

La musica é La guida spirituale

E tu Che pretendevi un altro mondo

Per Il bambino Che tenevi in collo!

No, non sono tagliato per essere

Magistrato emerito o avvocato

Non cerco certezze nelle buoni posizioni

E non voglio incertezze dalle nostre incomprensioni

Oggi padre mi sveglio di buon piglio

Ti incontro suonando Il cuore e non penso

Solo ti cerco sereno e ti osservo

Senza doverci improvvisare un senso

Che quello Che rinnovando conservo

Sentendomi con affetto tuo figlio

Peru,Bolivia, Argentina, Brasile

L´esperienza in Ecuador rappresenta una tappa importante di conoscenza della lotta indigena contro un sistema di potere che non sembra disposto a cedere contro le rivendicazioni di chi vuole salvare la natura e il proprio habitat. Malgrado gli effetti della devastazione ambientale portino i segni evidenti di un mondo sempre piú malato, chi comanda continua a pensare che il futuro sará fiorente solo attraverso la crescita economica. La conseguenza é l´esigenza di sfruttare sempre piú risorse o lasciarle sfruttare dalle rampanti imprese dei paesi occidentali che non sono certe inclini a tenere rimorsi e incertezze nei confronti dell´amata madre terra.
Il mio viaggio é proseguito in direzione della Bolivia dove avrei dovuto visitare un progetto della cooperazione italiana ma purtroppo delle 4 email che ho mandato al responsabile non ho ricevuto risposta. Non é stata certa una novitá visto che anche per le altre esperienze non ho ricevuto quasi nessun tipo di supporto da quelle organizzazioni che prima di partire avevo conosciuto. Segno anch´esso di poco rispetto per chi, come volontario, chiede solo di compartire esperienze con chi cerca di avere una visione differente del nostro piccolo mondo.
Detto fatto, dall´Ecuador ho proseguito per il Perú nella speranza che prima di arrivare in Bolivia mi rispondessero.
Il Perú era una tappa solo per visitare in particolare il Machu Picchu, un luogo dove volevo fortemente conoscere. Il Perú é straordinario ma ció sicuramente non é una novitá, il mondo intero lo sa e molti hanno avuto la fortuna di visitarlo almeno in parte, visto la grandezza del territorio e i numerosi luoghi di interesse storico, archeologico e ambientale.
Gli Incas hanno lasciato testimonianze di una grande civiltá attiva in molti campi della conoscenza umana, in alcuni casi, come il Machu Picchu e Cusco, vere e proprie meraviglie architettoniche, urbanistiche, di insediamento naturale e quant´altro che lasciano esterefatti.
In breve cronaca lasciando l´Ecuador mi sono fermato a Mancora, una cittadina turistica a poche ore dal confine ecuadoriano, un luogo frequentato da un turismo non certo elitario e sicuramente piú attraente, frequentato dai neo-hippies di ultima generazione!
Da Mancora avevo programmato di fermarmi a Lima un giorno ma quando sono andato a comprare il passaggio ho deciso di entrare nel mio guinness dei primati facendo tutta una tirata a Santa Teresa, localitá a una quindicina di km dal Machu Picchu. In totale, comprendendo la sosta di 6 ore a Lima, ho viaggiato per ben 51 ore con il pulmann (le ultime 7 ore con un "collettivo" ossia un piccolo van sopraccaricato di gente, valige e oggetti vari), benché in Perú i viaggi sono confortevoli e il servizio eccellente. Effettivamente non mi é sembrato di stare due giorni sulla strada, il tempo é passato piuttosto rapido tra un film e l´altro, una cena e un pranzo e una dormita nelle comode poltrone ribaltabile fino quasi a somigliare ad un letto.
L´arrivo in un luogo determina sempre il medesimo rituale, persone locali che si contendono la prima fila pronte a farti scendere gentilmente dal pulmann e offrirti un passaggio con mezzi di ogni tipo o stanze in hostal o hotel.
Dopo lunghi viaggi puó succedere che l´insistenza di alcuni non sia pazientemente sopportata e devi essere un poco piú convicente perché non ti seguano per un lungo tratto di strada, che so io alzando un poco piú la voce !
Al mio arrivo a Santa Teresa, forse per l´ora tarda, c´era solo una minuta signora a offrire ospitalitá nel suo hostal, la concorrenza aveva giá chiuso i bandoni e sfruttato della tiepida notte "teresina"!
Finalmente ero a poche ore dal Machu Picchu, dovevo solo decidere come arrivare. Il treno é abbastanza caro e la voglia di camminare dopo 51 ore di pulmann era molto forte. In realtá lo sarebbe stata anche senza il lungo viaggio comodamente sdraiato nel bus.
Dunque mi attendeva un cammino di 5 ore circa per arrivare ad Aguas Calientes, la cittadina super turistica ai piedi della montagna. In realtá pensavo di visitare il Machu Picchu e tornare lo stesso giorno, ma una volta arrivato ad Aguas Calientes mi hanno informato che non avrei potuto visitare Huana Picchu la montagna che sormonta il sito archologico e che, nell´immaginario collettivo, riproduce il volto di un indios che sta osservando la volta celeste. Ció perché, per motivi di sicurezza, non possono accedere piú di 400 persone in un giorno e l´ultima visita inizia alle 13,00. Per essere sicuro di entrare bisogna arrivare alle 6 della mattina, un´ora prima dell´apertura.
Ho dovuto, quindi, pernottare in Aguas Calientes malgrado le mie reticenze a quel luogo super turistico e la mancanza di cambi, visto che non mi ero portato niente appresso.
La mattina seguente la sveglia era alle 4,30 perché da Aguas Calientes si impiega un´ora di cammino per arrivare (Anche in questo caso i mezzi per arrivare sono abbastanza cari, senza dimenticare che giá l´entrata al Machu Picchu é ben salata!).
Un´ora di buona salita per gambe buone e gente abituata a non cadere sempre in quella pigrizia fisica che ci condanna inesorabilmente al progresso!
La fatica di andar in un luogo camminando ti dá sicuramente piú soddisfazione gustando la sua bellezza mentre si procede e quando si arriva.
Lo scenario del Machu Picchu é indescrivibile, una bellezza dirompente, unica che ti suscita forti emozioni. Un insediamento urbano di incredibile bellezza dentro un insediamento naturale di altrettanta bellezza.
Sono vertigini di bellezza, energie che si respirano, forze che si connettono direttamente al cielo. Sembra di stare in cielo, in cima a delle ali di pietra e di roccia, volando con gli occhi nelle profonditá del luogo. Un spirito sacro sembra aleggiare tra le nuvole che avvolgono le cime, nel canto del fiume che si "attorciglia" alle montagne, giú a fondo valle, come fossero le sue continue anse, un abbraccio costante ad una terra magica e ai suoi tempi passati, quando le anime del suo popolo lá andavano e venivano tra i mille traffici e le divine contemplazioni.
Un effetto che é ancora piú forte quando si sale Huana Picchu, dove realmente si possono avvertire vertigini, qualcosa come le sirene di Ulisse sembra attirarti fortemente nelle profonditá del luogo e non lasciarti proseguire altrove.
Lá dove l´aria é pura manca il respiro, segno che non siamo abituati a quelle dimensioni che trascendono lo spirito.
Non voglio aggiungere altro alla visita del Machu Picchu invitando tutti quelli che possono ad andare a visitarlo.
Nel frattempo, per l´effetto della visita al sito, le ore di cammino, e considerato il giorno prima, erano giá arrivate a 13, per tornare a Santa Teresa necessitava altre 6 ore! Anche avessi voluto tornare ben comodo non c´erano piú treni per arrivare alla idroelettrica, una centrale situata a 5 km da Santa Teresa da dove si possono trovare auto che ti riportano al paese.
Stava piovendo molto e alcuni tratti di strada erano interrotti. Cosí sotto la pioggia mi sono incamminato lungo la ferrovia per compiere il tragitto inverso. Chiaramente la stanchezza incominciava a rendere le gambe dure, ma la mia voglia di terminare tutto il tragitto solo camminando era sempre piú forte. Alla idrolelettrica in ogni modo, la strada era bloccata e le cascate di acqua stavano allagando sempre di piú la strada che giá non era piú percorribile. Alcuni operai della idroelettrica mi invitarono ad attraversare il ponticino prima che il fiume se lo "beveva" come un thé delle 17 (vista l´ora !). La mia esaltazione prendeva corpo rimembrando il "Camel trophy" (maniera ironica di parlare con i miei amici nei momenti di avventura), alle parole "Mauro ma dove cazzo sei!". Situazioni in cui il mitico Maurino sarebbe stato grande compagno di "merende" (l´inciso é gelosamente custodito in una delle memorie della mia macchina fotografica, accompagnato alla visione di un Valerinho DOC!).
Dunque c´era pane per denti buoni e la notte stava incominciando a calare. Sarei ritornato incolume in quel di Santa Teresa? Beh a parte le esagerazioni, sicuramente il clima era molto tragico-comico, peccato che non potevo compartirlo con "Rinho" (il soprannome brasileiro di Maurino).
L´ultima ora e mezzo di cammino incominciava ad essere veramente dura dopo piú di 18 ore in due giorni e le tentazioni di fermare l´ultimo tragitto dei "taxi ambulanti" nell´ultimo tratto di strada praticabile erano molte.


Ma in quei momenti é subentrato lo stoicismo della grande impresa, la forza del camminatore che non riesce a fermare le sue gambe ridotte ormai a sostegni precari nella strada che non sembra piú finire.


I ricordi del Pico Turchino riecheggiavano come campane dissonanti a celebrare l´arrivo nella costa orientale di Cuba con il "compañero" Maurito dopo due giorni di marcia stile militare tra gli sfiancanti pendii della mitica montagna. L´unica consolazione é che questa volta non avevo 23 kg di zaini da portarmi nel groppone! Non é sicuramente poco.


Non potevo cedere alla tentazione, di lí a poco un taxista improvvisato sarebbe potuto arrivare in cerca di un passeggero dell´ultima ora.


E cosí fu, passarono ben due macchine con gli occhi dei conducenti puntati sulla mia figura in attesa di un gesto che interrompesse la loro corsa e facesse loro guadagnare gli ultimi spiccioli della giornata.
Ma malgrado la notte stava ormai invadendo il mio intorno, la volontá dell´eroe dei "due monti" non si é recisa, ferma nel conseguire quella vittoria tanto agognata. La bandiera della vita era pronta, preparata per essere issata di nuovo dopo gli ultimi scampoli di "gioco" di quella partita che in quei momenti sembrava interminabile. Una zona cesarini in cui tutti si chiedono "ma quando cazzo fischia l´arbitro?"


E come tutte le storie che si convengono passa anche l´imprevisto che allunga il tempo come un elastico in tensione, da cui ci si allontana.


Prima degli ultimi 3 km ci sono due sentieri che arrivano entrambi al paese. Uno percorso nel tragitto di andata, l´altro, che nelle mie supposizioni, doveva essere piú corto.


Naturalmente erano solo supposizioni e il "buen valerinho de la suerte" camminó una mezzoretta in piú del previsto in piena oscuritá e senza uno spiraglio di cielo che si aprisse ad un pezzettino di stella.


Il paesuccio era peró alle porte e l´arco di "Valerino" poteva essere oltrepassato finalmente con il popolo quasi festante ma per altre ragioni.


Come il maratoneta ormai esausto nella pista di atletica dello stadio non riesce piú a guardare nemmeno per un istante gli spalti intorno, io ero concentrato su quell´alberguccio in cui ero ospitato e che sembrava ora circondato da un´aurea divina.


Il mio arrivo al hostal fu accolto da un sospiro di sollievo da parte dei padroni che mi credevano ormai disperso tra gli antichi luoghi di caccia degli Incas che conducono alla cittá sacra, visto che avevo lasciato tutto il mio "equipaggio" lá dicendo che sarei tornato il giorno stesso.


C´é da dire ancora una volta che ció non fu ugualmente motivo di festa, e non fu sacrificato l´agnello piú grasso, anzi i simpatici proprietari mi invitarono a farmi una doccia velocemente che i "banchetti pubblici" stavano chiudendo visto l´orario e il buon "padre proprietario" avrebbe riposto le stoviglie e chiuso i bandoni. Dunque il figliol prodigo non si prodigó in molti discorsi e con un incedere esausto del miliziano dopo una battaglia si diresse al bagno per una doccia calda rigenerante.


Naturalmente alla doccia e alla cena é susseguito il letto per una meritata dormita prima di ripartire il giorno dopo in direzione di Cusco, mi attendevano 7 ore di bus, sapendo che le mie gambe e la mia circolazione sarebbero state alterate almeno due giorni. La scorpacciata di km non poteva che non lasciare il segno! Ma che stupenda "grande abbuffata"!





Cusco, il lago Titicaca, la Bolivia e il nord dell´Argentina mi hanno riservato vere e proprie meraviglie naturali, storiche e archeologiche ma non le racconteró in questo blog poiché ormai sono alla fine del mio viaggio (non ho avuto il tempo per scriverle tutte quando mi trovavo in Brasile) e voglio chiudere il mio blog con i tempi del mio viaggio (ormai mancano solo 3 giorni al mio rientro).


Ma sicuramente le racconteró piú avanti quando giá saró tornato nei luoghi nativi.


Solo due parole per ognuno di quei luoghi. Cusco é una cittá meravigliosa, dall´alto ha anche una certa somiglianza con Firenze.


La zona archeologica di Cusco é veramente affascinante con gli enormi massi di pietra a costituire le strutture portanti degli antichi edifici e la via che collegava tutto l´impero. Cusco l´antica capitale Incas rappresentava il centro di una civiltá evoluta che purtroppo, come tutti sanno, non ha resistito alla violenza dei colonizzatori.


Quest´ultimi sicuramente evoluti in strategie militari e in armi tecnologicamente avanzate atte a sterminare che si opponeva alla loro volontá. Ma che significherá mai il concetto di evoluzione?


Il lago Titicaca é un luogo particolare, le isole artificiali galleggianti fatte di canne in un bacino di acqua a quasi 4000 metri da una sensazione di come l´essere umano sia capace di adattarsi a situazioni ambientali sicuramente non facili.


La Bolivia é il paese che piú impressiona per i suoi luoghi naturali, almeno quelli che ho potuto vedere in 5 giorni. Il deserto di sale, i deserti, i geiser, i vulcani, le lagune e quant´altro sembrano trasportarti in un altro pianeta, un´esperienza che nella vita va assolutamente fatta, insieme naturalmente al Machu Picchu, alle bellezze del Perú e dell´Amazzonia.


La Bolivia é anche il paese piú a buon mercato e dove il reddito medio procapite é il piú basso di tutta l´America Latina. Per fare un esempio una notte in un hostal di La Paz costa tra i 3 e i 5 euro!


Solo pochi giorni in Bolivia non danno la possibilitá di approfondire le tematiche e i problemi di questo splendido paese ma anche qua ci sono esperienze di comunitá indigene in lotta che sarebbe opportuno conoscere per chi non vuole andare negli altri paesi a fare solo il turista.


Purtroppo i mancati contatti e i tempi del mio rientro in Brasile non mi hanno permesso di conoscere alcune di quelle realtá.


Il passaggio dalla Bolivia all´Argentina é sicuramente traumatico per il portafoglio! La differenza del costo della vita é notevole.


Alla frontiera mi ha destato tristezza il fatto che io non stato controllato dai funzionari e i miei zaini sono rimasti chiusi, mentre per i Boliviani i controlli erano certosini. La maniera, peró, con cui "sparagliavano" le loro cose senza un minimo senso di cura, ti fa avvertire il livello di gradimento che molti argentini hanno per i boliviani.


La mia destinazione era prima Corrientes dove ho incontrato la mia meravigliosa amica Estella e con la quale ho passato il natale e uno splendido capodanno andando alle cascate di Iguazu, altra meraviglia del mondo, di quelle che difficilmente ti puoi discordare, e San Ignacio sito archeologico interessante. In realtá avrei dovuto giá essere il 30 di dicembre a Rio de Janeiro ma difficoltá alla frontiera non mi hanno permesso di rientrare e quasi non c´era piú soluzione per ripetere il bis a Rio. Con Estella avevamo giá pensato di andare a Cordoba e lá lavorare e continuare con le esperienze come volontario in altre organizzazioni.


Ma fortunatamente il 3 gennaio si é risolta la questione e sono potuto rientrare in Brasile per riprendere l´attivitá con la ONG e il Ponto de Cultura con la quale avevo giá cooperato nei primi tre mesi di viaggio.


In Brasile ho ripetuto le mie esperienze a contatti con i bambini, con i progetti della musica anche se in maniera piú ridotta. Ció perché da una parte gennaio é il periodo di vacanze in Brasile, dall´altra perché il lungo viaggio e le varie condizioni a cui mi sono adattato mi hanno debilitato abbastanza e non ho potuto spendere tutte le energie che volevo.
Una delle attivitá é stata a contatto con i bambini della favela con la quale la ONG in cui stavo lavora. Tutti sanno quanto piace il calcio qua in Brasile, dunque l´attivitá era centrata su fare giocare in maniera disciplinata i bambini della favela in uno spazio presente dentro la favela.
L´idea dell´attivitá, peró, era anche riservare uno spazio prima del gioco in cui si potessero sviluppare attivitá o dialoghi con i bambini in maniera tale da stimolare il senso di comunitá, di rispetto degli altri e dello spazio in cui si gioca. Cosí, ad esempio, i primi incontri abbiamo parlato con i bambini dell´importanza di pulire gli spazi di tutta la spazzatura presente, anche perché la maggioranza di essi non usa scarpe, né per giocare né per camminare in giro per la comunitá. Abbiamo, dunque, ripulito il campo di cemento, dipinto le righe del campo, creato dei contenitori della spazzatura di cartone e posto dei volantini divulgativi dell´attivitá. I bambini (tra i 6 e 14 anni) erano entusiasti di farlo, contrariamente alle prime previsioni, visto le difficoltá caratteriali generalmente riscontrabili nelle favele. Chiaro non mancano litigi, parole forti e altro ancora, ma i bambini che venivano nella "Quadra da Matinha" (nome dello spazio dentro la favela) erano ben contenti di partecipare alle attivitá. I problemi piú forti, invece, si sono verificati con il presidente dell´associazioni dei residenti, ostile all´attivitá della ONG, probabilmente colui che ha staccato tutti i fogli dibulgativi e fatto sparire i contenitori di cartone per la spazzatura fatti dai bambini. Pare che la sua ostilitá sia dovuta al controllo che egli vuole esercitare sul territorio, ci sono forti indizi che egli fosse immischiato anche in traffici poco puliti prima della pacificazione della favela (avvenuta nel settembre 2010 prima che io partissi per Belém, con i blindati di fronte alla casa e un consistente contingente di polizia per una decina di giorni).
Ho provveduto a fare anche un blog dell´attivitá globale di GEFEP (la ONG) e particolare della mia attivitá (gefeprio.wordpress.com) ma esso fino ad ora non é stata quasi usato. Spero che possa essere usato da quelli che continueranno l´attivitá, in particolare tre ragazzi dell´universitá che studiano servizi sociali e verrano a fare uno stage, Cristina, Carlos e Felis Bela che con me hanno partecipato.
Altre attivitá interne al GEFEP mi hanno visto coinvolto oltre quelle di aiutare il mio grande amico e professore di musica Luis Alberto a dare lezioni ai bambini e anche ai meno piccoli frequentanti del "Ponto de Cultura O Som das Comunidades" che é legata da una relazione stabile con la ONG (compreso la casa che é la sede).
Oltre a Luis Alberto e la sua compagna Nyeta vorrei ricordare Teresinha che per tutti era la mia mamma brasileira, visto che vivevo dentro il GEFEP con lei e si preoccupava molto per me. Teresinha é una signora di 70 anni dirittrice della ONG, lavora come volontaria senza percepire neanche mezza lira malgrado la sua attivitá é praticamente a tempo pieno. Ispirata ad un cristianesimo vicino alla Teologia della Liberazione, ha come punto di riferimento Leonardo Boff che é un convinto assertore di tale disciplina tanto da essere stato espulso dalla Chiesa cattolica in ordine alla sua divergenza con contenuti espressi dalla Congregazione della Dottrina della Fede (é importante ricordare che l´allora presidente di tale congregazione che condannó la Teologia della Liberazione era l´attuale papa Ratzinger. Egli si espresse in maniera netta marcando i rilievi secondo i quali la Teologia della Liberazione mischierebbe la fede con la politica e si avvicinerebbe a quelle istanze di rivendicazione sociale vicine al pensamento marxista, non ponendo peró in rilievo come la chiesa cattolica é sempre stato un potere politico anticamente esercitato dalle famiglie patrizie romane piú potenti).
Oltre alle attivitá in Rio ho potuto incontrare di nuovo Marcelo Durão della direzione del MST per consegnargli un progetto che la comunitá di Sarayaku me ha inviato per email affinché possa trovare qualche organizzazione disposta a sposare la loro causa. E lo stesso in Rocinha per una scuola dove andavo da giugno a luglio che ha urgentemente bisogno di fondi per sopravvivere (ho una documentazione anche di essa da poter mostrare e consegnare a qualche organizzazione o istituzione interessata).
Il periodo di Rio mi ha riservato anche un ottimo apprendistato musicale e anche un pó di ballo, in particolare Forró. La mia bella compagna Joana mi ha dato i primi rudimenti di Forró e Samba e con lei ho passato poco piú di un mese splendido. Una ragazza intellettualmente viva, professoressa specializzata in teatro, mi ha fatto scoprire musica, teatro e film di grande contenuto della cultura brasiliana. Per lei nutro molto affetto e stima.
Ho potuto creare legami di amicizia con due ragazzi tedeschi anch´essi volontari e musicisti, Beni e Sophia, con una educatora Camilla e il suo compagno Murillo, con tutti i ragazzi impegnati nelle attivitá del centro, con i bambini, con Bea e Romario della medicina omeopatica che una volta a settimana vengono a fare attivitá nel centro.
Cibo, cambiamenti climatici, lunghi viaggi in pulmann e il rimedio contro la malaria hanno influenzato la mia salute nei due mesi di Rio, come giá accennato. Un´allergia ai piedi mi ha tenuto con i piedi gonfi per una settimana, un blocco intestinali con dolori alla pancia per 5 giorni dopo di che emorroidi interne per altri 6 giorni circa e una bronchite che giá avevo avuto in Ecuador per effetto della camminata a 3000 metri per vedere il vulcano Tungurahua attivo senza i dovuti abiti per il freddo notturno. Bronchite che si é ripetuta in Bolivia a 5000 metri di altezza lá peró ben coperto e, appunto, in Brasile con una tosse che sembra non voler finire. Ancora oggi mentre sto scrivendo non é cessata del tutto anche se molto migliorata. A Rio sono anche andato due giorni nei luoghi dell´alluvione di gennaio dove la situazione é quanto mai critica tutt´oggi.


Il Carnevale di Rio é stata l´ultimo atto di questa splendida avventura nella "cidade maravilhosa", con una cittá che si prepara giá settimane prima all´evento e rimane praticamente in festa per una settimana. I blocchi di carnevale invadono la cittá, neanche la pioggia costante gli ferma (ha piovuto quasi tutto il carnevale), l´euforia e la musica suona in ogni lato, le "fantasie" (i vestiti e i trucchi di carnevale) indossate dal popolo della samba si incrociano in ogni angolo delle strade e delle piazze carioche o si intravedono curiosando nelle silhouette lontano di qualcuno un poco piú agitato che cerca di attirare l´attenzione. Dalle spiagge famose ai luoghi dove gli abitanti della strada costruiscono la loro "badia" non ci sono ostacoli che fermino il grande "Rio".


Il carnevale qua é proprio un fiume in piena, sono colpi di pandero e di "marchina", sono le scuole di samba che sfilano nel sambodromo e si contengono il trofeo mettendo in scena i piú svariati temi. Uno spettacolo meraviglioso!


Il mio congedo é stato sicuramente pieno di emozioni con le cene di tutta una settimane con gli amici piú cari del centro. Il mio ragú, l´insalata di patate degli altri due volontari tedeschi, il "churrasco" degli educatori e amici brasiliani.


L´ultima settimana di Brasile la sto passando a Salvador Bahia dove ho conosciuto un progetto di una comunitá con la quale cercheremo di implentare qualche progetto e lo stesso tipo fa parte di un organizzazione di teatro sperimentale, di artisti della strada.

Le foto di queste tappe descritte del viaggio le porró quando saró giá tornato in quel di Monsummano Terme, mi rimane solo quest´ultimi tre giorni prima di montare sull´aero che mi riporterá a casa e rivedere tutte le persone a cui voglio bene.

Un abbraccio forte a tutti, a quelli che hanno perso anche un minuto per leggere qualcosa del mio blog ed é piaciuto e a quelli che mi hanno letto anche piú di un minuto ma ha fatto schifo ! A tutti quelli che non mi hanno letto, perché comunque il blog rimarrá visibile e potranno avere un´imperdibile occasione di sapere che ho fatto e quindi un pó chi sono.