mercoledì 17 novembre 2010

La nave piú pazza del mondo !

La nave più pazza del mondo "Uno dei dieci viaggi più divertenti mai realizzati da Valerinho".
Italian travel Institute!

Valerinho e le fitta file di hamacas.Il Kamikaze ciclista nipponico.Il capo tribù Ayapò con il libro "La Jangada", passatogli da me in consegna e un lavoratore rurale amazzone.ufficializzazione del passaggio di consegna del libro! Il primo passaggio era avvenuto a Belem dall`amico Philipe Castro.
Il nipponico, l`indiano e l`ingegniere di geotermica.L`australiano movie-dipendente.Foto quasi collettiva, manca L`australiano, intento a vedere film e l`ingegniere canadese, intento a cercare qualche soffione! Si intravede anche la mitica bicicletta del kamikaze giapponese.La mamma e la bambina nata con deformazioni, l`uomo è il padre che è venuto a prenderle al porto.
Il trasbordo la mattina seguente alla rottura dell`elica del battello.



Remake dell´altro celebre remake "l´aereo piú pazzo del mondo", la Valerinho-Amazonas-production presenta "La nave piú pazza del mondo", da Manaus a Tabatinga per uscire dal Brasile, anche se parlare di nave sembrerebbe esagerato, diciamo un battello.
La variegata compagnia del mare issa le vele e salpa dall´antica cittá del "cauchu" verso occidente per giungere al confine di tre stati: Brasile, Perú e Colombia.
A bordo si ha l´impressione che i viaggiatori siano personaggi in cerca di autore ! E ben quattro continenti sono rappresentati da essi, manca solo un africano/a (che non parli bene neanche l' italiano !), anche se qualche brasiliano un pó piú moreno induce a pensare che le origini siano dal continente nero.
Oltre a Valerinho "sconnesso viaggiatore", la stiva della nave era ingombrata di "hamacas" in cui trovavano alloggio i nostri "special guests". Un giapponese in sella non ad una sfavillante Kawasaky ma ad una bicicletta nemmeno di ultima generazione, che stava "pedalando" da 1 anno e 4 mesi, partendo dall´Alaska per giungere fino alla "tierra del fuego" in Argentina.
L´apprendista kamikaze aveva dovuto sopportare, peró, una "tappa" di arresto, in Costarica, non per la catena uscita dalle sue maglie o una gomma forata, ma per un saccheggio in piena regola e completo perpetuato ai suoi danni, compreso la prima bicicletta. L´eroico nipponico inizialmente in preda alla disperazione era proteso verso un gesto risoluto, un karakiri liberatorio, ma quando la lama della "katana" stava per "affettarlo" come un salamino, gli amici-samurai a lui devoti corsero in suo aiuto al grido di "banzai", imprestandoli i "danari" per ricomprare una nuova bicicletta e seguire il folle viaggio. Cosí fu riconquistato il suo onore!
Altro personaggio, uno chef francese che ha impiegato tre giorni (metá viaggio) per parlare con qualcuno ! La sua macchina fotografica costituiva il pezzo di lusso di tutta la nave!
Un colombiano ecologista e maschilista, in questo caso sono io che ho impiegato tre giorni prima di accorgermi che nel braccio aveva tatuato una svastica! Meglio evitare di commentare il mio stato d´animo alla sorpresa!
Un canadese di origine nipponica, ingegnere di geotermica conoscitore della nostra gloriosa centrale di Larderello (mi dice uno dei 5 luoghi al mondo dove si produce questa energia).
L´ingegnere dei "soffioni" é uno scapolone di lusso ma con una spiccata vocazione alla ricerca di una ingegnera dei "soffoconi"! Non disdegnando occhiate di intesa alle gentil donzelle brasiliane!
Tra un contratto e un altro si fa dei viaggetti di 6 mesi e passa, prima di riattivare le meningi a scopo di lucro.
Un australiano in viaggio per l´America latina, appassionato di film guardati con ingordigia nel suo "lap top", tanto da scordarsi di dare un´occhiata ogni tanto agli splendidi paesaggi amazzonici.
Un indigeno brasiliano di nome Santye Tapuya dice della tribú di Ayapó (Xingú), dalla testa "piumata" segno della leadership comunitaria ereditata dal padre e con una medaglia al collo rappresentante un generale dell`esercito brasiliano che gli sarebbe stata conferita come onoreficenza in guerra (però non sono riuscito a sapere quale fu questa guerra!) . Nelle fermate del battello nelle varie città era solito uscire per una breve passeggiata indossando un camice bianco segno, invece, della professione esercitata, ossia infermiere, e con una valigetta 24 ore dove riponeva alcuni articoli di giornale che lo vedevano protagonista di rivendicazioni indigene (queste sono documentate anche da foto che ho scattato!). Da 9 anni sarebbe residente in Bruxelles non sapendo, però, una sola parola di francese, ma nella città belgica, per la sua professione di infermiere, sembrerebbe che possa bastare il "portugnolo" (termine con il quale si definisce colui che sapendo un pò di spagnolo e un pò di portoghese ha la sagacia di mischiare il tutto per poter avere un più ampio raggio di comunicabilità! In poche parole quello che succedeva a me in Brasile!).
Per la cronaca era l`unico nella barca che non aveva un hamaca perchè scordata chissà dove. Per i suoi lunghi riposi e sonni notturni si adagiava nelle panchine laterali dello scafo, comprendosi con un lenzuolo rammendato.
Le mie chiaccherata e passeggiate durante le soste con l`amico indiano mi hanno convinto a nomirlo come pre-eletto nel passaggio del libro che Philipe Castro da Belem mi aveva dato in consegna, con la postilla di regalarlo ad un altro viaggiatore dell`Amazzonia (nella foto sono ufficializzati i vari passaggi! Ora tocca al nostro amico indiano passarlo ad un altro viaggiatore dell`Amazzonia!).
Beh in una nave, anzi battello, di tale ricchezza creativa non era certo necessario dubitare se tutto ciò che diceva era vero o no!
Altri personaggi hanno poi animato il "battello pazzerello" ma non mi prolungo a descriverli tutti, come le due ragazze peruviane con le quali ho condiviso il tratto di viaggio da Tabatinga a Iquitos, un altro colombiano, un giovane malinconico della terra, tanto da non sopportare più di 1 giorno di mare e che non ha digerito bene, i primi giorni, i pessimi pasti offerti dalla ciurma, preoccupata più del suo carico merci, tanto da farci cenare alle 17 del pomeriggio quando ancora il pranzo era fermo nella "stiva" della pancia.

Una parentesi seria, invece, la apro per una mamma con la figlia, una bambina di 2 anni nata con deformazioni. La parte destra del cranio, alla nascita, sporgeva in maniera molto pronunciata, occludendo il suo occhio destro dal quale non potrà mai vedere. Il naso e la bocca anch`essi deformi non le impediscono di avere una corretta respirazione. La mamma mi ha raccontato la sua storia e dei frequenti viaggi a San Paolo da uno specialista chirurgo, che le ha già asportato la parte della fronte che sporgeva e in futuro, quando la bambina sarà più forte per sostenere altre operazioni, agirà sulle altre parti affettate.
La bellezza di questa storia è che la mamma l`ha voluta lo stesso malgrado sapesse della malformazione e malgrado avesse già 5 figli. È una mamma felice e veramente amorevole con la figlia insieme alla quale ha dovuto, chiaramente, combattere una dura battaglia. Anche la bambina è sorridente, socievole e amante della musica! Ha solo 2 anni ma quando ascolta la musica si ferma e si incanta, tutto passa in secondo piano! La mamma mi ha chiesto se le davo la mia clavietta ( storico reperto musicale del mio periodo in Rio de Janeiro!!) e sono stato contento di di regalarla ad una, mi auguro sinceramente, futura musicista!

Dopo quasi una settimana di viaggio trasportati dalla energia dell`Amazzonia, tra paesaggi incantati, temporali suggestivi e la luce magnifica del sole all' alba e al tramonto, l`epilogo non poteva che essere imprevisto.
Ad una sola ora dal porto della cittadina di Benjamin Constant (che a sua volta dista a solo mezz`ora da Tabatinga) la nave incaglia la elica del motore nella "secca" del fume (in ottobre e inizi di novembre è il periodo di maggior secca, e quest`anno in particolare l`acqua ha raggiunto i minimi storici) e ci costringe a fermare dopo uno scossone del battello piuttosto allarmante.
Era notte e d`intorno si intravedevano, in una delle rive, solo alcune case di una comunità indigena molto piccola.
Alcune imbarcazioni di piccole dimenzioni sono giunte poco dopo, probabilmente chiamate dal capitano della nave, preoccupato sempre più del carico merci che dei passeggeri.
Molte persone hanno lasciato il battello per arrivare subito alla città di Benjamin Constant, nonostante avessero pagato per Tabatinga. La beffa è che hanno pagato anche quest`ultimo passaggio!
Naturalmente in quel momento è venuto fuori lo spirito indomabile del contestatore annichilito da tanta negligenza della compagnia del mare. Mancanza di assistenza, mancanza di volontá di risolvere il problema chiamando le autorità portuale (molti dicono per il pericolo di incorrere nella fiscalizzazione della merce), e soprattutto a pagare il servizio di trasbordo in altre imbarcazioni per raggiungere alla città di Tabatinga. L`allegra comitiva intercontinentale mi eleggeva a portavoce della protesta che investiva in particolare i non brasiliani, e incontrando il capitano si sono vissuti alcune momenti di tensione dialettica che si sono conclusi con la promessa di chiamare soccorsi e di pagare il passaggio per Tabatinga. L`altra anomalia che scuoteva gli animi della comitiva era proprio la questione che il battello dovesse fermare prima a Benjamin Constant che a Tabatinga, oltrettutto passando per un tratto di fiume con maggior secca. Addirittura si parlava di due giorni di permanenza in Benjamin Constant per le operazioni di scarico, quando Tabatinga è solo a mezz`ora di navigazione. Alcuni passeggeri soliti di questa rotta, affermano che ciò è dovuto a fare aumentare gli introiti generando il così detto "indotto" o "indottino", ossia costringendo, ovviamente, la maggior parte delle persone a evitare di stare due giorni fermi nel porto e pagare un`altra imbarcazione per arrivare a tabatinga.
Le proteste si sono verificate con più forza la mattina seguente con gli irriducibili intercontinentali, ma le esigenze dei più, compreso le mie (avevo già un volo riservato da Iquitos il giorno seguente) ci fanno propendere a trasbordare in corsa, perchè intanto la riparazione dell`elica aveva permesso di procedere (però per Benjamin Constant!), rinunciando ad andare presso la capitaneria di porto per esporre quanto successo.
Ciò che sorprende di più è che la maggior parte dei brasiliani nel battello non era affatto contrariati, anzi una signora difendeva il capitano e il fatto che la merce da consegnare fosse quasi più importante dei passeggeri e della loro sicurezza.
L`arrivo a Tabatinga, dopo il trasbordo in un piccolo motoscafo, sotto una pioggia battente ha regalato gli ultimi momenti del "remake" per alcune foto quasi collettive e il "the end"!

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