sabato 19 marzo 2011

Alcuni pensieri sopra il viaggio e i viaggiatori. "Pensieri on the road", aforismi e citazioni, Fabrizio Resca, Este, 2007, Ferrara

Tutti gli aforismi e citazioni riportati successivamente sono tratti dal libro sopra menzionato

"Noi partiamo un mattino con il cervello in fiamme, con il cuore gonfio di rancori e di desideri amari, e andiamo cullando al ritmo delle onde il nostro infinito sul finito dei mari. Alcuni sono lieti di fuggire una patria infame, altri l´orrore della loro nascita, altri ancora astrologhi sperduti negli occhi di una donna la tirannica Circe dai pericolosi profumi ...
Ma i veri viaggiatori sono soltanto quelli che partono per partire; cuori leggeri, simili agli aerostati, essi non si separano mai dalla loro fatalitá, e senza sapere perché dicono sempre "Andiamo!" I loro desideri hanno le forme delle nuvole (Charles Buadelaire)


"Dietro a un miraggio c´é sempre un miraggio da considerare come del resto alla fine d´un viaggio c´é sempre un viaggio da ricominciare" (Francesco De Gregori)


"Ahimé questa vera e propria voglia di viaggiare non é altro che quel desiderio pericoloso che viene quando si pensa al mondo e si vorrebbe aver ragione di tutto, persone, cose e avvenimenti. E non la si mette a tacere con carte geografiche e libri, chiede molto di piú e costa, ovviamente, ben di piú, bisogna essere pronti a metterci il cuore a versare del sangue .... Insaziabile e appassionata é questa voglia di viaggiare nella sua espressione piú autentica accompagnata dalla voglia di cono.scere e di fare esperienza o conoscenza mai quieta .... Noi vassalli della voglia di viaggiare passiamo la vita ad inseguire la nostra madre terra in tutte le sue forme ed espressioni,vorremmo perfino fare tutt´uno con essa pronti alla dedizione assoluta, lo sogniamo, lo desideriamo con tutte le nostre forze .... Quando la terra ci chiama, quando noi altri eterni camminatori senza sosta prendiamo commiato da casa, non stiamo abbandonando alcunqué, non stiamo fuggendo, stiamo semplicemente per tuffarci nel fuoco dell´esperienza" (Herman Hesse)


"Vale piú un miglio fatto a piedi che la lettura di cento libri" (Proverbio cinese)


"Viaggiare! Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell´individuo dal quale volevi fuggire" (Socrate)


"Ogni posto é una miniera, basta lasciarsi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da thé a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che puó cominciare con un´immagine, con una parola, con un incontro, con l´amico di un amico di una persona che si é appena incontrata e il posto piú scialbo, piú insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra della vita, un teatro di umanitá dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza piú bisogno di andare altrove.
La miniera é esattamente lá dove si é: basta scavare" (Tiziano Terzani)


"Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario deve essere strutturazione assolutamente personale alle nostre convinzioni" (Herman Hesse)


Domani Partiró e con queste citazioni si chiude il mio viaggio e virtualmente il mio blog anche se in Italia scaricheró foto e video che non ho potuto scaricare prima.
Un ringraziamento speciale alla vita che ti offre sempre opportunitá di riconciliarti con essa, nella felicitá e nella tristezza, nell´allegria e nel dolore, nell´entusiamo e nella compassione.

Amore
ti ho dimenticato
a forza di bocconi amari
sazio di cornetti
e disillusioni
Amore
pensavo di sapere
chi eri, almeno un ritratto,
ma non é mai troppo tardi
per convogliare a ingiuste nozze
e sentire che non eran rose rosse
Amore
io ti pensavo
come ti volevo
senza una via d´uscita
nel centro del cuore
Amore
che idiozia
concepirti limitato
in quel ritratto che mi hai mostrato
con il riguardo della testa
che tutto ripone a ragione
perché se tutto ció che mi circonda
é giá amore
non devo chiedere nient´altro
che non pretendere di vivere
la vita di quell´altro
del ritratto che ho creduto
unico amore
scoprendo poi
il suo infinito inganno
Amore
é solo quello
di cui non si dá menzione
lo si vive
per non rimanerne senza
in ogni luogo dove si ama
a torto o a ragione

Valerio Masetti

giovedì 17 marzo 2011

Che é stato il mio viaggio?
Un´immersione in apnea
nelle realtá del mondo
uno spazio ritagliato nel profondo
dove mostrarmi sorpreso e arrabbiato

Sono stato uno scrittore
e poi un´artista
un rivoluzionario
e ancora un musicista
un giornalista e un politico di"mischia"
ho potuto essere quello che ho fatto
senza dare conto o ragione

Compiere il mestiere della vita
é stupire sé stessi
con mille favole e una lotta coriace
É cogliere la passione
nel giorno migliore
stuzzicarla in un insolito modo
senza strascicare la curiositá
nelle scie della ragione

Io sono quello che ho fatto
senza giustificazione
un giorno poeta
un altro coglione
artista impegnato
e ipocrita cantore

E ora che sto riprendendo la rotta
non ho piú scuse da presentare,
alle corti dei vivi
banchettai senza soste
e furono fasti e miserie

Sí, torno a casa
solo con il necessario
a braccetto di tutti quelli che ero
e che non ho mai assecondato
Daltronde dove meglio proiettarsi
se non tornare a celebrarsi
in quelli che faró?


P.s. Non mi faccio mai nessuna aspettativa prima di partire per un viaggio o fare un´esperienza, perció tutto quello che si vive é sempre una novitá. Ma da questa esperienza ho avuto molto piú di quanto mi sarei potuto immaginare e aspettare.

Valerinho

domenica 6 marzo 2011

Canzone per mio padre (Poesia per l´amico Luis Alberto)

Passa una vita

Come un giorno

Un preludio la mia infanzia

Senza piú un ritorno

Uno stormo di note

Che mi girano intorno

E non lasciano cadere

Le ore nel sonno

Io ho giá deciso dove voglio andare

La musica é La guida spirituale

E tu Che pretendevi un altro mondo

Per Il bambino Che tenevi in collo!

No, non sono tagliato per essere

Magistrato emerito o avvocato

Non cerco certezze nelle buoni posizioni

E non voglio incertezze dalle nostre incomprensioni

Oggi padre mi sveglio di buon piglio

Ti incontro suonando Il cuore e non penso

Solo ti cerco sereno e ti osservo

Senza doverci improvvisare un senso

Che quello Che rinnovando conservo

Sentendomi con affetto tuo figlio

Peru,Bolivia, Argentina, Brasile

L´esperienza in Ecuador rappresenta una tappa importante di conoscenza della lotta indigena contro un sistema di potere che non sembra disposto a cedere contro le rivendicazioni di chi vuole salvare la natura e il proprio habitat. Malgrado gli effetti della devastazione ambientale portino i segni evidenti di un mondo sempre piú malato, chi comanda continua a pensare che il futuro sará fiorente solo attraverso la crescita economica. La conseguenza é l´esigenza di sfruttare sempre piú risorse o lasciarle sfruttare dalle rampanti imprese dei paesi occidentali che non sono certe inclini a tenere rimorsi e incertezze nei confronti dell´amata madre terra.
Il mio viaggio é proseguito in direzione della Bolivia dove avrei dovuto visitare un progetto della cooperazione italiana ma purtroppo delle 4 email che ho mandato al responsabile non ho ricevuto risposta. Non é stata certa una novitá visto che anche per le altre esperienze non ho ricevuto quasi nessun tipo di supporto da quelle organizzazioni che prima di partire avevo conosciuto. Segno anch´esso di poco rispetto per chi, come volontario, chiede solo di compartire esperienze con chi cerca di avere una visione differente del nostro piccolo mondo.
Detto fatto, dall´Ecuador ho proseguito per il Perú nella speranza che prima di arrivare in Bolivia mi rispondessero.
Il Perú era una tappa solo per visitare in particolare il Machu Picchu, un luogo dove volevo fortemente conoscere. Il Perú é straordinario ma ció sicuramente non é una novitá, il mondo intero lo sa e molti hanno avuto la fortuna di visitarlo almeno in parte, visto la grandezza del territorio e i numerosi luoghi di interesse storico, archeologico e ambientale.
Gli Incas hanno lasciato testimonianze di una grande civiltá attiva in molti campi della conoscenza umana, in alcuni casi, come il Machu Picchu e Cusco, vere e proprie meraviglie architettoniche, urbanistiche, di insediamento naturale e quant´altro che lasciano esterefatti.
In breve cronaca lasciando l´Ecuador mi sono fermato a Mancora, una cittadina turistica a poche ore dal confine ecuadoriano, un luogo frequentato da un turismo non certo elitario e sicuramente piú attraente, frequentato dai neo-hippies di ultima generazione!
Da Mancora avevo programmato di fermarmi a Lima un giorno ma quando sono andato a comprare il passaggio ho deciso di entrare nel mio guinness dei primati facendo tutta una tirata a Santa Teresa, localitá a una quindicina di km dal Machu Picchu. In totale, comprendendo la sosta di 6 ore a Lima, ho viaggiato per ben 51 ore con il pulmann (le ultime 7 ore con un "collettivo" ossia un piccolo van sopraccaricato di gente, valige e oggetti vari), benché in Perú i viaggi sono confortevoli e il servizio eccellente. Effettivamente non mi é sembrato di stare due giorni sulla strada, il tempo é passato piuttosto rapido tra un film e l´altro, una cena e un pranzo e una dormita nelle comode poltrone ribaltabile fino quasi a somigliare ad un letto.
L´arrivo in un luogo determina sempre il medesimo rituale, persone locali che si contendono la prima fila pronte a farti scendere gentilmente dal pulmann e offrirti un passaggio con mezzi di ogni tipo o stanze in hostal o hotel.
Dopo lunghi viaggi puó succedere che l´insistenza di alcuni non sia pazientemente sopportata e devi essere un poco piú convicente perché non ti seguano per un lungo tratto di strada, che so io alzando un poco piú la voce !
Al mio arrivo a Santa Teresa, forse per l´ora tarda, c´era solo una minuta signora a offrire ospitalitá nel suo hostal, la concorrenza aveva giá chiuso i bandoni e sfruttato della tiepida notte "teresina"!
Finalmente ero a poche ore dal Machu Picchu, dovevo solo decidere come arrivare. Il treno é abbastanza caro e la voglia di camminare dopo 51 ore di pulmann era molto forte. In realtá lo sarebbe stata anche senza il lungo viaggio comodamente sdraiato nel bus.
Dunque mi attendeva un cammino di 5 ore circa per arrivare ad Aguas Calientes, la cittadina super turistica ai piedi della montagna. In realtá pensavo di visitare il Machu Picchu e tornare lo stesso giorno, ma una volta arrivato ad Aguas Calientes mi hanno informato che non avrei potuto visitare Huana Picchu la montagna che sormonta il sito archologico e che, nell´immaginario collettivo, riproduce il volto di un indios che sta osservando la volta celeste. Ció perché, per motivi di sicurezza, non possono accedere piú di 400 persone in un giorno e l´ultima visita inizia alle 13,00. Per essere sicuro di entrare bisogna arrivare alle 6 della mattina, un´ora prima dell´apertura.
Ho dovuto, quindi, pernottare in Aguas Calientes malgrado le mie reticenze a quel luogo super turistico e la mancanza di cambi, visto che non mi ero portato niente appresso.
La mattina seguente la sveglia era alle 4,30 perché da Aguas Calientes si impiega un´ora di cammino per arrivare (Anche in questo caso i mezzi per arrivare sono abbastanza cari, senza dimenticare che giá l´entrata al Machu Picchu é ben salata!).
Un´ora di buona salita per gambe buone e gente abituata a non cadere sempre in quella pigrizia fisica che ci condanna inesorabilmente al progresso!
La fatica di andar in un luogo camminando ti dá sicuramente piú soddisfazione gustando la sua bellezza mentre si procede e quando si arriva.
Lo scenario del Machu Picchu é indescrivibile, una bellezza dirompente, unica che ti suscita forti emozioni. Un insediamento urbano di incredibile bellezza dentro un insediamento naturale di altrettanta bellezza.
Sono vertigini di bellezza, energie che si respirano, forze che si connettono direttamente al cielo. Sembra di stare in cielo, in cima a delle ali di pietra e di roccia, volando con gli occhi nelle profonditá del luogo. Un spirito sacro sembra aleggiare tra le nuvole che avvolgono le cime, nel canto del fiume che si "attorciglia" alle montagne, giú a fondo valle, come fossero le sue continue anse, un abbraccio costante ad una terra magica e ai suoi tempi passati, quando le anime del suo popolo lá andavano e venivano tra i mille traffici e le divine contemplazioni.
Un effetto che é ancora piú forte quando si sale Huana Picchu, dove realmente si possono avvertire vertigini, qualcosa come le sirene di Ulisse sembra attirarti fortemente nelle profonditá del luogo e non lasciarti proseguire altrove.
Lá dove l´aria é pura manca il respiro, segno che non siamo abituati a quelle dimensioni che trascendono lo spirito.
Non voglio aggiungere altro alla visita del Machu Picchu invitando tutti quelli che possono ad andare a visitarlo.
Nel frattempo, per l´effetto della visita al sito, le ore di cammino, e considerato il giorno prima, erano giá arrivate a 13, per tornare a Santa Teresa necessitava altre 6 ore! Anche avessi voluto tornare ben comodo non c´erano piú treni per arrivare alla idroelettrica, una centrale situata a 5 km da Santa Teresa da dove si possono trovare auto che ti riportano al paese.
Stava piovendo molto e alcuni tratti di strada erano interrotti. Cosí sotto la pioggia mi sono incamminato lungo la ferrovia per compiere il tragitto inverso. Chiaramente la stanchezza incominciava a rendere le gambe dure, ma la mia voglia di terminare tutto il tragitto solo camminando era sempre piú forte. Alla idrolelettrica in ogni modo, la strada era bloccata e le cascate di acqua stavano allagando sempre di piú la strada che giá non era piú percorribile. Alcuni operai della idroelettrica mi invitarono ad attraversare il ponticino prima che il fiume se lo "beveva" come un thé delle 17 (vista l´ora !). La mia esaltazione prendeva corpo rimembrando il "Camel trophy" (maniera ironica di parlare con i miei amici nei momenti di avventura), alle parole "Mauro ma dove cazzo sei!". Situazioni in cui il mitico Maurino sarebbe stato grande compagno di "merende" (l´inciso é gelosamente custodito in una delle memorie della mia macchina fotografica, accompagnato alla visione di un Valerinho DOC!).
Dunque c´era pane per denti buoni e la notte stava incominciando a calare. Sarei ritornato incolume in quel di Santa Teresa? Beh a parte le esagerazioni, sicuramente il clima era molto tragico-comico, peccato che non potevo compartirlo con "Rinho" (il soprannome brasileiro di Maurino).
L´ultima ora e mezzo di cammino incominciava ad essere veramente dura dopo piú di 18 ore in due giorni e le tentazioni di fermare l´ultimo tragitto dei "taxi ambulanti" nell´ultimo tratto di strada praticabile erano molte.


Ma in quei momenti é subentrato lo stoicismo della grande impresa, la forza del camminatore che non riesce a fermare le sue gambe ridotte ormai a sostegni precari nella strada che non sembra piú finire.


I ricordi del Pico Turchino riecheggiavano come campane dissonanti a celebrare l´arrivo nella costa orientale di Cuba con il "compañero" Maurito dopo due giorni di marcia stile militare tra gli sfiancanti pendii della mitica montagna. L´unica consolazione é che questa volta non avevo 23 kg di zaini da portarmi nel groppone! Non é sicuramente poco.


Non potevo cedere alla tentazione, di lí a poco un taxista improvvisato sarebbe potuto arrivare in cerca di un passeggero dell´ultima ora.


E cosí fu, passarono ben due macchine con gli occhi dei conducenti puntati sulla mia figura in attesa di un gesto che interrompesse la loro corsa e facesse loro guadagnare gli ultimi spiccioli della giornata.
Ma malgrado la notte stava ormai invadendo il mio intorno, la volontá dell´eroe dei "due monti" non si é recisa, ferma nel conseguire quella vittoria tanto agognata. La bandiera della vita era pronta, preparata per essere issata di nuovo dopo gli ultimi scampoli di "gioco" di quella partita che in quei momenti sembrava interminabile. Una zona cesarini in cui tutti si chiedono "ma quando cazzo fischia l´arbitro?"


E come tutte le storie che si convengono passa anche l´imprevisto che allunga il tempo come un elastico in tensione, da cui ci si allontana.


Prima degli ultimi 3 km ci sono due sentieri che arrivano entrambi al paese. Uno percorso nel tragitto di andata, l´altro, che nelle mie supposizioni, doveva essere piú corto.


Naturalmente erano solo supposizioni e il "buen valerinho de la suerte" camminó una mezzoretta in piú del previsto in piena oscuritá e senza uno spiraglio di cielo che si aprisse ad un pezzettino di stella.


Il paesuccio era peró alle porte e l´arco di "Valerino" poteva essere oltrepassato finalmente con il popolo quasi festante ma per altre ragioni.


Come il maratoneta ormai esausto nella pista di atletica dello stadio non riesce piú a guardare nemmeno per un istante gli spalti intorno, io ero concentrato su quell´alberguccio in cui ero ospitato e che sembrava ora circondato da un´aurea divina.


Il mio arrivo al hostal fu accolto da un sospiro di sollievo da parte dei padroni che mi credevano ormai disperso tra gli antichi luoghi di caccia degli Incas che conducono alla cittá sacra, visto che avevo lasciato tutto il mio "equipaggio" lá dicendo che sarei tornato il giorno stesso.


C´é da dire ancora una volta che ció non fu ugualmente motivo di festa, e non fu sacrificato l´agnello piú grasso, anzi i simpatici proprietari mi invitarono a farmi una doccia velocemente che i "banchetti pubblici" stavano chiudendo visto l´orario e il buon "padre proprietario" avrebbe riposto le stoviglie e chiuso i bandoni. Dunque il figliol prodigo non si prodigó in molti discorsi e con un incedere esausto del miliziano dopo una battaglia si diresse al bagno per una doccia calda rigenerante.


Naturalmente alla doccia e alla cena é susseguito il letto per una meritata dormita prima di ripartire il giorno dopo in direzione di Cusco, mi attendevano 7 ore di bus, sapendo che le mie gambe e la mia circolazione sarebbero state alterate almeno due giorni. La scorpacciata di km non poteva che non lasciare il segno! Ma che stupenda "grande abbuffata"!





Cusco, il lago Titicaca, la Bolivia e il nord dell´Argentina mi hanno riservato vere e proprie meraviglie naturali, storiche e archeologiche ma non le racconteró in questo blog poiché ormai sono alla fine del mio viaggio (non ho avuto il tempo per scriverle tutte quando mi trovavo in Brasile) e voglio chiudere il mio blog con i tempi del mio viaggio (ormai mancano solo 3 giorni al mio rientro).


Ma sicuramente le racconteró piú avanti quando giá saró tornato nei luoghi nativi.


Solo due parole per ognuno di quei luoghi. Cusco é una cittá meravigliosa, dall´alto ha anche una certa somiglianza con Firenze.


La zona archeologica di Cusco é veramente affascinante con gli enormi massi di pietra a costituire le strutture portanti degli antichi edifici e la via che collegava tutto l´impero. Cusco l´antica capitale Incas rappresentava il centro di una civiltá evoluta che purtroppo, come tutti sanno, non ha resistito alla violenza dei colonizzatori.


Quest´ultimi sicuramente evoluti in strategie militari e in armi tecnologicamente avanzate atte a sterminare che si opponeva alla loro volontá. Ma che significherá mai il concetto di evoluzione?


Il lago Titicaca é un luogo particolare, le isole artificiali galleggianti fatte di canne in un bacino di acqua a quasi 4000 metri da una sensazione di come l´essere umano sia capace di adattarsi a situazioni ambientali sicuramente non facili.


La Bolivia é il paese che piú impressiona per i suoi luoghi naturali, almeno quelli che ho potuto vedere in 5 giorni. Il deserto di sale, i deserti, i geiser, i vulcani, le lagune e quant´altro sembrano trasportarti in un altro pianeta, un´esperienza che nella vita va assolutamente fatta, insieme naturalmente al Machu Picchu, alle bellezze del Perú e dell´Amazzonia.


La Bolivia é anche il paese piú a buon mercato e dove il reddito medio procapite é il piú basso di tutta l´America Latina. Per fare un esempio una notte in un hostal di La Paz costa tra i 3 e i 5 euro!


Solo pochi giorni in Bolivia non danno la possibilitá di approfondire le tematiche e i problemi di questo splendido paese ma anche qua ci sono esperienze di comunitá indigene in lotta che sarebbe opportuno conoscere per chi non vuole andare negli altri paesi a fare solo il turista.


Purtroppo i mancati contatti e i tempi del mio rientro in Brasile non mi hanno permesso di conoscere alcune di quelle realtá.


Il passaggio dalla Bolivia all´Argentina é sicuramente traumatico per il portafoglio! La differenza del costo della vita é notevole.


Alla frontiera mi ha destato tristezza il fatto che io non stato controllato dai funzionari e i miei zaini sono rimasti chiusi, mentre per i Boliviani i controlli erano certosini. La maniera, peró, con cui "sparagliavano" le loro cose senza un minimo senso di cura, ti fa avvertire il livello di gradimento che molti argentini hanno per i boliviani.


La mia destinazione era prima Corrientes dove ho incontrato la mia meravigliosa amica Estella e con la quale ho passato il natale e uno splendido capodanno andando alle cascate di Iguazu, altra meraviglia del mondo, di quelle che difficilmente ti puoi discordare, e San Ignacio sito archeologico interessante. In realtá avrei dovuto giá essere il 30 di dicembre a Rio de Janeiro ma difficoltá alla frontiera non mi hanno permesso di rientrare e quasi non c´era piú soluzione per ripetere il bis a Rio. Con Estella avevamo giá pensato di andare a Cordoba e lá lavorare e continuare con le esperienze come volontario in altre organizzazioni.


Ma fortunatamente il 3 gennaio si é risolta la questione e sono potuto rientrare in Brasile per riprendere l´attivitá con la ONG e il Ponto de Cultura con la quale avevo giá cooperato nei primi tre mesi di viaggio.


In Brasile ho ripetuto le mie esperienze a contatti con i bambini, con i progetti della musica anche se in maniera piú ridotta. Ció perché da una parte gennaio é il periodo di vacanze in Brasile, dall´altra perché il lungo viaggio e le varie condizioni a cui mi sono adattato mi hanno debilitato abbastanza e non ho potuto spendere tutte le energie che volevo.
Una delle attivitá é stata a contatto con i bambini della favela con la quale la ONG in cui stavo lavora. Tutti sanno quanto piace il calcio qua in Brasile, dunque l´attivitá era centrata su fare giocare in maniera disciplinata i bambini della favela in uno spazio presente dentro la favela.
L´idea dell´attivitá, peró, era anche riservare uno spazio prima del gioco in cui si potessero sviluppare attivitá o dialoghi con i bambini in maniera tale da stimolare il senso di comunitá, di rispetto degli altri e dello spazio in cui si gioca. Cosí, ad esempio, i primi incontri abbiamo parlato con i bambini dell´importanza di pulire gli spazi di tutta la spazzatura presente, anche perché la maggioranza di essi non usa scarpe, né per giocare né per camminare in giro per la comunitá. Abbiamo, dunque, ripulito il campo di cemento, dipinto le righe del campo, creato dei contenitori della spazzatura di cartone e posto dei volantini divulgativi dell´attivitá. I bambini (tra i 6 e 14 anni) erano entusiasti di farlo, contrariamente alle prime previsioni, visto le difficoltá caratteriali generalmente riscontrabili nelle favele. Chiaro non mancano litigi, parole forti e altro ancora, ma i bambini che venivano nella "Quadra da Matinha" (nome dello spazio dentro la favela) erano ben contenti di partecipare alle attivitá. I problemi piú forti, invece, si sono verificati con il presidente dell´associazioni dei residenti, ostile all´attivitá della ONG, probabilmente colui che ha staccato tutti i fogli dibulgativi e fatto sparire i contenitori di cartone per la spazzatura fatti dai bambini. Pare che la sua ostilitá sia dovuta al controllo che egli vuole esercitare sul territorio, ci sono forti indizi che egli fosse immischiato anche in traffici poco puliti prima della pacificazione della favela (avvenuta nel settembre 2010 prima che io partissi per Belém, con i blindati di fronte alla casa e un consistente contingente di polizia per una decina di giorni).
Ho provveduto a fare anche un blog dell´attivitá globale di GEFEP (la ONG) e particolare della mia attivitá (gefeprio.wordpress.com) ma esso fino ad ora non é stata quasi usato. Spero che possa essere usato da quelli che continueranno l´attivitá, in particolare tre ragazzi dell´universitá che studiano servizi sociali e verrano a fare uno stage, Cristina, Carlos e Felis Bela che con me hanno partecipato.
Altre attivitá interne al GEFEP mi hanno visto coinvolto oltre quelle di aiutare il mio grande amico e professore di musica Luis Alberto a dare lezioni ai bambini e anche ai meno piccoli frequentanti del "Ponto de Cultura O Som das Comunidades" che é legata da una relazione stabile con la ONG (compreso la casa che é la sede).
Oltre a Luis Alberto e la sua compagna Nyeta vorrei ricordare Teresinha che per tutti era la mia mamma brasileira, visto che vivevo dentro il GEFEP con lei e si preoccupava molto per me. Teresinha é una signora di 70 anni dirittrice della ONG, lavora come volontaria senza percepire neanche mezza lira malgrado la sua attivitá é praticamente a tempo pieno. Ispirata ad un cristianesimo vicino alla Teologia della Liberazione, ha come punto di riferimento Leonardo Boff che é un convinto assertore di tale disciplina tanto da essere stato espulso dalla Chiesa cattolica in ordine alla sua divergenza con contenuti espressi dalla Congregazione della Dottrina della Fede (é importante ricordare che l´allora presidente di tale congregazione che condannó la Teologia della Liberazione era l´attuale papa Ratzinger. Egli si espresse in maniera netta marcando i rilievi secondo i quali la Teologia della Liberazione mischierebbe la fede con la politica e si avvicinerebbe a quelle istanze di rivendicazione sociale vicine al pensamento marxista, non ponendo peró in rilievo come la chiesa cattolica é sempre stato un potere politico anticamente esercitato dalle famiglie patrizie romane piú potenti).
Oltre alle attivitá in Rio ho potuto incontrare di nuovo Marcelo Durão della direzione del MST per consegnargli un progetto che la comunitá di Sarayaku me ha inviato per email affinché possa trovare qualche organizzazione disposta a sposare la loro causa. E lo stesso in Rocinha per una scuola dove andavo da giugno a luglio che ha urgentemente bisogno di fondi per sopravvivere (ho una documentazione anche di essa da poter mostrare e consegnare a qualche organizzazione o istituzione interessata).
Il periodo di Rio mi ha riservato anche un ottimo apprendistato musicale e anche un pó di ballo, in particolare Forró. La mia bella compagna Joana mi ha dato i primi rudimenti di Forró e Samba e con lei ho passato poco piú di un mese splendido. Una ragazza intellettualmente viva, professoressa specializzata in teatro, mi ha fatto scoprire musica, teatro e film di grande contenuto della cultura brasiliana. Per lei nutro molto affetto e stima.
Ho potuto creare legami di amicizia con due ragazzi tedeschi anch´essi volontari e musicisti, Beni e Sophia, con una educatora Camilla e il suo compagno Murillo, con tutti i ragazzi impegnati nelle attivitá del centro, con i bambini, con Bea e Romario della medicina omeopatica che una volta a settimana vengono a fare attivitá nel centro.
Cibo, cambiamenti climatici, lunghi viaggi in pulmann e il rimedio contro la malaria hanno influenzato la mia salute nei due mesi di Rio, come giá accennato. Un´allergia ai piedi mi ha tenuto con i piedi gonfi per una settimana, un blocco intestinali con dolori alla pancia per 5 giorni dopo di che emorroidi interne per altri 6 giorni circa e una bronchite che giá avevo avuto in Ecuador per effetto della camminata a 3000 metri per vedere il vulcano Tungurahua attivo senza i dovuti abiti per il freddo notturno. Bronchite che si é ripetuta in Bolivia a 5000 metri di altezza lá peró ben coperto e, appunto, in Brasile con una tosse che sembra non voler finire. Ancora oggi mentre sto scrivendo non é cessata del tutto anche se molto migliorata. A Rio sono anche andato due giorni nei luoghi dell´alluvione di gennaio dove la situazione é quanto mai critica tutt´oggi.


Il Carnevale di Rio é stata l´ultimo atto di questa splendida avventura nella "cidade maravilhosa", con una cittá che si prepara giá settimane prima all´evento e rimane praticamente in festa per una settimana. I blocchi di carnevale invadono la cittá, neanche la pioggia costante gli ferma (ha piovuto quasi tutto il carnevale), l´euforia e la musica suona in ogni lato, le "fantasie" (i vestiti e i trucchi di carnevale) indossate dal popolo della samba si incrociano in ogni angolo delle strade e delle piazze carioche o si intravedono curiosando nelle silhouette lontano di qualcuno un poco piú agitato che cerca di attirare l´attenzione. Dalle spiagge famose ai luoghi dove gli abitanti della strada costruiscono la loro "badia" non ci sono ostacoli che fermino il grande "Rio".


Il carnevale qua é proprio un fiume in piena, sono colpi di pandero e di "marchina", sono le scuole di samba che sfilano nel sambodromo e si contengono il trofeo mettendo in scena i piú svariati temi. Uno spettacolo meraviglioso!


Il mio congedo é stato sicuramente pieno di emozioni con le cene di tutta una settimane con gli amici piú cari del centro. Il mio ragú, l´insalata di patate degli altri due volontari tedeschi, il "churrasco" degli educatori e amici brasiliani.


L´ultima settimana di Brasile la sto passando a Salvador Bahia dove ho conosciuto un progetto di una comunitá con la quale cercheremo di implentare qualche progetto e lo stesso tipo fa parte di un organizzazione di teatro sperimentale, di artisti della strada.

Le foto di queste tappe descritte del viaggio le porró quando saró giá tornato in quel di Monsummano Terme, mi rimane solo quest´ultimi tre giorni prima di montare sull´aero che mi riporterá a casa e rivedere tutte le persone a cui voglio bene.

Un abbraccio forte a tutti, a quelli che hanno perso anche un minuto per leggere qualcosa del mio blog ed é piaciuto e a quelli che mi hanno letto anche piú di un minuto ma ha fatto schifo ! A tutti quelli che non mi hanno letto, perché comunque il blog rimarrá visibile e potranno avere un´imperdibile occasione di sapere che ho fatto e quindi un pó chi sono.

domenica 6 febbraio 2011

fortuna sine causa

Io non ti rivoglio fortuna
e non mastico un boccone amaro
lasciandomi ferito
nelle vie del cuore
solo la confusione dei sorrisi
che riempono le infanzie del mondo
potranno lenire le memorie
e ricordarmi chi sono

Ero solo il solito ignoto
abile quanto basta per non apparire
avaro d´un tempo
consumato in segreto
incapace di adottare
la gioia del mondo
Ma ora no, non voglio piú
un futuro sperato in un presente sprecato

Fortuna non ho bisogno di bendarmi
con la devozione dei perdenti
in attesa d´ un giorno forse migliore
sapendo che mi potresti trascurare
non sará un ballo promesso
a cambiare quel giorno alla notte
Ma soltanto i pastrocchi dei bambini
che non aspirano a niente

Soltanto il loro crederti un gioco
o una parola rara
o il nome di un compagno
triste
che si é nascosto nel cantuccio della sala
aspettando un sorriso
una mano
per poter di nuovo riderci sopra












IL MENDICANTE DI IDEE (INNO ALL´INCOERENZA)

A corto di idee
con le rughe feroci dei tempi
persi nei laboratori mentali
non crede piú in quel che dice
e baratta ogni quattro parole
che formino un senso compiuto
per un piatto di strada
riempito a colate d´oro

Troppo viziato
per sapere che fare
troppe distrazioni
per volere lottare
in questa testa ingrassata di niente
porge la mano ad un popolo intero
e si nausea facilmente
rigettando peró sempre con cura
un sorriso quasi intelligente

Cosí é se si compare
nel palcoscenico ad alta definizione
nella moderna finzione
con il tappeto di contanti sbiaditi
srotolato sotto piedi ben curati
e la miseria dei germogli mentali

Cosí va il mendicante sfiorando le idee
ed il fervore degli antichi ideali
rauco di voce indipendente
astemio marcio dei giorni migliori
era il segno irriverente dei tempi
erano occhi aperti a magnifici scorci
era una splendente corona di perle
lanciata ora nel cortile dei porci

Il mendicante borbotta la notte
scaracchiando nei cartoni del sonno
le vicissitudini della sorte
lasciata nella morsa dell´affanno
senza piú un´intuizione irriverente
che vesti la vista dei suoi miraggi
senza piú una voce indipendente
da anteporre ai suoi vantaggi

domenica 23 gennaio 2011

La "Comuna de Salango".


La "Comune di Salango" mostrata in un piú ampio contesto che comprende alcuni luoghi del parco della Machalilla, attraverso una rassegna sintetizzata di fotografie.



La "Isla de la Plata" nel Parco de la "Machalilla", chiamata "Las Galapalagos" dei poveri.

Nelle foto seguenti alcune specie volatili e marine presenti nell´isola oltre a quelle umane occasionali come "Valerinho" non in periodo di riproduzione ...o forse si !!


































La faccia del leone che spunta dallla roccia!











































































































Spiaggia di Salango, in fondo si vede la piccola isola omonima.





L´attivitá di pesca rimane la principale, se non quasi la unica, fonte di sussistenza della comunitá. Negli ultimi anni si sta sviluppando il "turismo responsabile e ecologico", attraverso il "Centro Turistico Comunitario Salango".










Nella foto si intravede la fabbrica di farina di pesce "Polar", lasciata costruire sopra un sito archologico di fondamentale importanza.












Valerinho nella spiaggia ha appena visto i tubi dove la fabbrica scarica i residui della lavorazione. Oggi dicono che stanno usando tecnologie nuove per non inquinare, ma secondo gli esperti la fabbria continua ad inquinare le acque causando notevoli problemi ai pescatori locali.














Isola di Salango nel fondo della foto.














Panorama della spiaggia.















La fabbrica "Polar" in tutto il suo mostruoso aspetto!

















Bellissimi colori delle roccia marine in fondo alla spiaggia. Questa zona era molto famosa per la lavorazione dello "Spondylus", conchiglie di varie dimensioni e colori.






























Le foto di seguito sono scattate nel museo del Centro Turistico Comunitario Salango.


Le foto mostrano anche una sintesi delle varie epoche di sviluppo della comunitá locale, la cui origine risale al 3000 a.C.





















































































































































































I lavori di scavo che portarono alla luce la testimonianza di una continuitá di civiltá abitanti questi territori, con notevoli produzioni, in particolare, di oggetti artigianali.










I diritti di proprietá su questa area possedevano giá ad un impresa che cominciava a costruire la fabbrica di farina di pesce precedentemente citata. Non solo non si é bloccata la costruzione per favorire al contrario l´ampliamento della zona archeologica, data l´importanza dei ritrovamenti, anzi il proseguimento dei lavori ha coperto tutta l´area archeologica visibile nella foto.



Le foto di seguito mostrano le strutture del Cento Comunitario ...




























































Le foto di seguito mostrano la spiaggia e il lungo mare di Puerto Lopez, a cittadini piú prossima a la "Comuna di Salango".





































































































































La "Comune di Salango" é una piccola comunitá situata sulla costa pacifica ecuadoriana, nella provincia di "Manabí", di fronte all´omonima isola (molto piccola) a pochi km da Puerto Lopez. Insieme all´isola de la Plata, Puerto Cayo e una limitata area di foresta tropicale, formano il parco de la Machalilla, celebre area di pellegrinaggio di turisti, naturalisti e studiosi che si recano lá per avvistare e studiare il comportamento delle balene nel periodo di riproduzione (da giugno a ottobre), di specie volatili rare come quelle che si trovano nella "Isla de la Plata" (a solo 45 minuti di motoscafo dalla costa), come il "piquero de la patas azules" e "de la patas rojas" e specie marine come le gigantesche tartarughe. La "Isla de la Plata" é chiamata "Las Galapalagos" dei poveri perché piccola e perché molto piú accessibile economicamente.

Salango si é sviluppato come villaggio di pescatori e tutt´ora mantiene questa caratteristica. Negli ultimi decenni, peró, ha dovuto lottare contro le minacce della trasformazione
dell´ecosistema da parte di un impenditore svizzero, tale Patrick Bredthauer, contro
l´inquinamento prodotto da un´impresa di farina di pesce, inspiegabilmente situata in un tratto di spiaggia sopra un importantissimo sito archeologico e conseguentemente per la salvaguardia del patrimonio culturale di questo territorio (comprendendo sicuramente tutto il parco della Machalilla).
Partendo dalla prima minaccia, sicuramente si puó consultare il sito di YaBasta di Padova che con la Comuna de Salango ha implementato un progetto di una radio comunitaria. In breve un imprenditore svizzero di nome Patrick Bredthauer arrivó in Ecuador circa 30 anni fa, iniziando ad investire soldi in diversi settori economici e diventando in breve tempo una delle persone piú ricche di Ecuador, lasciando non pochi dubbi sulle modalitá con cui ha conseguito affermarsi in tale misura. Sembrerebbe che si sia sempre steso un velo per nascondere le attivitá di questo personaggio in Ecuador, si parla anche delle sue origini ideologiche non certo ancorate a tradizioni e pratiche democratiche, piuttosto a nostalgie di grandezze teutoniche.
Tra i suoi incarichi piú significativi si puó citare la presidenza della "Cemento Nacional" che naturalmente produce cemento ed era una delle piú profittevole a livello nazionale, almeno fino a quando egli assunse l´incarico e dopo poco non fu destituito per negligenza e trascuratezza nel suo operato. Con le mani in pasta a molteplici attivitá, il Berlusconi svizzero non era molto propenso a recarsi nella impresa di cemento sopra citata , dimenticandosi di partecipare ai consigli di amministrazione e tastare il grado di sviluppo dell´azienda. Sfortunatamente per lui la buona sorte non ha voluto che le cose andassero bene malgrado la sua costante assenza dal timone di comando. Cosí l´irritazione sempre piú avvertita dagli azionisti dell´impresa, si trasformó in una sorta di "cemento armato" per fare muro contro l´elvetico rampante. Il problema é che, come tutti i rampanti che non lasciano niente al caso per poter imporre il loro marchio di impresa, si era giá assicurato un buon pacchetto di azioni dell´importante azienda in questione, comprandosi, anch´essa non é una novitá, azionisti e autoritá ufficiali. Nel caso della polizia sembrerebbe che elargiva terreni agli ufficiali per avere i loro favori, mentre nei piani alti della politica, i pacchetti regalo avevano ben altra misura. Daltronde i compensi devono essere considerati in base ai diversi livelli di responsabilitá! Mentre attraverso la creazione di fondazioni, anch´essa non é un a novitá, allegeriva e non poco il suo fardello impositivo. Naturalmente i soldi destinati per le fondazioni rappresentavano in buona sostanza evasione fiscale nel momento in cui si riducevano consistentemente rispetto all´ammontare iniziale dichiarato. Insomma piú che di fondazioni si puó parlare di sottrazioni, ma un´associazione che necessita di fondi per sopravvivere certo non va a lamentarsi se inveve di 100 le arriva 20. Como si dice "tutto fa brodo" e "in tempo di vacche magre" é meglio accontentarsi. Effetti perversi del sistema, dai quali certo non si defilano nemmeno molte ONG abituate a strapagare alcuni funzionari (casi in cui semplici cooperanti guadagnano 20 mila dollari o euro al mese non fa differenza! e chissá quanto possono guadagnare esponenti con ben piú importanza!), mentre per i destinatari ben poco, in termini di progetti sociali, culturali e economici (Nella comunitá di Sarayacu il dottor mi ha raccontato che una cooperante di una ONG con una qualifica professionale di infermiera guadagnava 12 mila dollari al mese a fronte dei 25 mila dollari annuali destinati dalla ONG al progetto per la comunitá, mentre il dottore stesso guadagna 300 dolari al mese! Se questa é cooperazione c´é da preoccuparsi seriamente! Sicuramente é un tema che andrebbe affrontato molto seriamente) .
Le briciole concesse dal generoso imprenditore elvetico sono la legittima controparte di un piatto ben piú sostanzioso che egli, a forza o a ragione, sotraeva e sotrae alle casse pubbliche.
Un´altra delle sue trasparenti imprese é la "Mammut Andino" che opera nel servizio dei trasporti per materiali di costruzioni, giusta associazione con l´impresa di cemento. Necessita sicuramente abbattere i costi di trasporto!
Ma lo svizzero non si voleva fermare certo solo ai settori delle costruzioni, dei trasporti e delle fondazioni. Cosí percependo la possibilitá di forti lucri investendo in un certo tipo di turismo elitario, ha tentato di accaparrarsi, forse nemmeno pensando di comprarlo, il territorio di Salango nel parco della Machalilla e mandare progetti al "Ministero de la Vivienda" ecuadoriano, sollecitandolo insistentemente ad un´approvazione rapida.
Il primo progetto fu mandato quando Lucio Gutierrez era presidente dell´Ecuador (2003-2005), simbolico per un personaggio costretto solo dopo due anni ad andare in esilio accusato di corruzione. Il progetto implicava un investimento di 100 milioni di dollari comprendendo tutta
l´area di Salango (2536 ettari).
Astutamente l´imprenditore presentó il progetto come investimento a "fine sociale" cercando di azionare i meccanismi di esproprio della terra a fine pubblico. Un fine pubblico che poi si sarebbe trasformato in un "fine privato" dato che la struttura turisitica sarebbe dovuta essere meta di lusso per facoltose persone.
Il ministro competente peró ignoró il progetto e non presentó la proposta al presidente della repubblica per approvare un provvedimento di espoprio nei confronti della gente di Salango.
In realtá questa area dell´Ecuador ha giá una funzione sociale, o meglio culturale di fondamentale importanza costituita dai 5000 anni di storia che hanno lasciato tracce rilevanti e resti che per la stragrande maggioranza devono essere ancora riportati alla luce. Salango e il parco della Machalilla sono, quindi, luoghi di rilevanza storica per il paese e dunque dovrebbero essere protetti e tutelati. Giá si sono recati molti studiosi e studenti per lavorare agli scavi come quelli della FAU (Florida Atlantic University) che vanno a Salango nel mese di luglio a compiere scavi e catalogare i pezzi ritrovati. Studenti della famosa universitá di Yale in Inghilterra andarono lá 15 anni fa, ma dopo non conseguirono ottenere piú finanziamenti per proseguire il progetto. Problema che generalmente é comune a molte altre universitá interessate a sviluppare progetti in quel territorio, come universitá di Francia, Stati Uniti e naturalmente di Ecuador.
Ritornando alla lotta contro l´imprenditore elvetico, naturalmente il problema non era costituito solo da lui. Alcune persone della Comuna, in un primo momento, volevano la scrittura legale della terra in maniera tale da superare quell´empasse costituito dall´indivisibilitá collettiva di essa (diritto sancito anche dalla Costituzione ecuadoriana). Insomma ogni famiglia é padrona del suo appezzamento di terra ma non puó venderla o ipotecarla ad altri soggetti esterni alla Comuna.
Il momento di maggior crisi fu proprio agli inizi del 2003 quando Bredthauer non era conosciuto bene e i suoi progetti potevano apparire come chimere a piú che un´ illusa persona di quelle zone, tanto che i dirigenti di quel periodo approvarono la vendita di una parte del territorio. In questo momento c´é un´istanza legale aperta per annullare il contratto che cedeva i diritti di proprietá di 34 ettari di terra, tra cui una parte costituisce un passaggio naturale, una tratto di spiaggia e roccie, per la Comune.
I dirigenti furono rapidamente destituiti nel 2003 e venne presentato alla Corte Costituzionale una denuncia per un vizio di illegittimitá rispetto alla cessione dei diritti di proprietá mentre la Comuna fu ri-organizzata completamente. La consapevolezza delle persone aumentó rapidamente e quasi piú nessuno era ed é piú disposto a svendere la sua terra anche potesse farlo (Bredthauer compió azioni anche individuali con gli abitanti per assicurarsi la loro terra, il meccanismo era che egli comprava, ad esempio, 1 ettaro di terra e poi si impossessava di altri 5 o 6 intorno indebitamente, assoldando, poi, guardie private armate per assicurare che nessuno ci entrasse).
Fu strutturata in maniera da garantire piú controllo e trasparenza rispetto all´operato della dirigenza. Naturalmente l´organo fondamentale é l´Assemblea dove si decidono le questioni fondamentali e straordinarie.
Il "Consejo de Gobierno de la Comuna" con un presidente e un vice presidente, dirigenti del "Fortalecimento", "del Territorio", "de las Financias" e "de las Mujeres".
Le commissioni fanno un lavoro specifico come quella della terra, del turismo e delle comunicazioni, sviluppando e gestendo i propri ambiti. La procedura prevede che le commissioni presentino progetti al Consiglio di Governo che conseguentemente lo sottopone all´Assemblea dopo averlo analizzato ed eventualmente in parte corretto, modificato o aggiunto nuove parti. Per certi progetti di minor impatto la prassi consolidata prevede l´entrata in vigore senza sottoposizione all´Assemblea. L´Assemblea Ordinaria si riunisce sempre l´ultima domenica del mese, mentre quella straordinaria viene proclamata dal Consiglio di Governo nei casi speciali.
Fu riformato anche lo statuto giuridico nel 2004. Antecedentemente esisteva una "Ley de la Comuna" che peró lasciava molti ambiti incerti sulla garanzia giuridica sopra la terra e burocratizzava e influenzava alcune pratiche istituzionali come, ad esempio, quella della partecipazione obbligatoria del ministero dell´agricoltura all´elezioni dei dirigenti (in genere dirigendo le elezioni verso persone gradite). Il ministero dell agricoltura fondó un organismo la CODEMPE (Consejo de Desarrollo de las Nacionalidades y Pueblos de Ecuador) che assunse un profilo piú di controllo che di intervento diretto nella gestione delle pratiche comunitarie.
La Comuna non ha una struttura organizzativa collettiva, tranne per la tutela sopra
l´indivisibilitá della terra, ogni famiglia si comporta come soggetto autonomo. Solo in determinati casi si organizzano "Mingas" per necessitá comuni, ad esempio per la raccolta della spazzatura, opere di manutenzione delle strutture ed altro ancora. Non ci sono contributi economici fissi per creare una cassa comune, ció dovuto anche dal fatto che il livello di reddito é molto basso e le famiglie sono dipendenti, in grande misura, dall´attivitá di pesca. Nel periodo in cui io sono stato lá c´era una minga per ricostruire un tetto di un edificio dove é presente un laboratorio artigianale.
Per i servizi di luce, gas e acqua ognuno provvede per se stesso mentre le altre attivitá economiche in parte sono il commercio e il turismo. In particolare quest´ultimo sta crescendo anche per il lavoro svolto in questi ultimi anni rispetto alla dimensione ecologica e di difesa comunitaria. La divulgazione in internet ha, poi, sicuramente permesso una maggiore visibilitá.
Ci sono 2 stagioni in Ecuador che non coincidono con il nostro inverno e la nostra estate. Non ci sono sostanziali differenze di temperature ma piuttosto quelle dovute alla pioggia. La "Garua" tra dicembre ed aprile/maggio, ossia il cielo coperto e la stagione delle pioggie e da maggio/giugno a settembre, la stagione secca.
La Comune aderisce alla CONAICE (Confederación de las Nacionalidades Indígenas de la Costa Ecuadoriana) e conseguentemente alla CONAIE, rispettando la volontá di non dialogare con il Governo di Correa tacciato di non rispettare quei diritti costituzionali approvati nel 2008.
L´ex presidente della CONAIE Luis Maca venne a visitare la Comuna nel 2007 in un periodo di maggiore conflittualitá, mentre i dirigenti della CONAICE vengono frequentemente anche per fare seminari, laboratori e quant´altro approffitando dello splendido luogo e delle strutture presenti nella Comune. Una delle strutture é rappresentata anche da una radio comunitaria, un progetto finanziato dall´Associazione italiana YaBasta (sezione di Padova) per un ammontare di 50 mila euro.
Un progetto piú generale che comprende anche altre tre comunitá della zona, "Las Tunas, Aguablanca e Pital" é stato implementato dall´agenzia spagnola di cooperazione internazionale e sviluppo (AECID) che ha destinato alle 4 comunitá negli ultimi 3 anni 150 mila dollari.


La seconda questione é costituita dalla presenza dell´impresa di farina di pesce, la Pesquera Polar S.A., dall´inquinamento che esso ha prodotto e continua a produrre e dal fatto che é situata sopra un sito archeologica.
Negli ultimi anni la ONG ECOLEX ha attivato, su richiesta della Comuna, i suoi organismi per cercare di mandare via la fabbrica dalla spiaggia in cui é situata.
In particolare la situazione era, fino a pochi anni fa, assai grave per l´inquinamento delle acque marine e l´emissione di gas di scarico che procurarono diverse affezioni e patologie piuttosto gravi. Mentre una moria di pesci che si verificó allarmó notevolmente la gente della Comuna rispetto alle minacce della propria attivitá di sussistenza.
L´impresa é presente da 35 anni e ha goduto della omertá e della complicitá dei livelli di governo provinciali e federali.
Solo negli ultimi anni con una progressiva pressione delle autoritá che sono arrivate anche a sanzionare l´impresa (20 mila dollari), si é riusciti ad ottenere un miglioramento che per i tecnici non é ancora sufficiente per garantire standard di qualitá normali dell´acqua e dell´aria.
Una rilevazione sopra la contaminazione é stata effettuata nel 2008, rilevando appunto un miglioramento ma non ancora sufficiente.
Una delle complicazioni per affrontare il problema da parte della Comune, é che nell´impresa lavoravano e lavorano alcuni abitanti della Comune, anche se in misura molto limitata (circa 20 lavoratori su 200). Dunque il Consiglio di Governo non presentó una denuncia della Comuna di Salango ma sollecitó gli abitanti a procedere individualmente o associandosi. Fu per questo motivo che le denuncie iniziarono molto tardi rispetto all´attivitá inquinante dell´impresa.
La posizione delicata della Comune decise di non pregiudicare il posto di lavoro di quegli abitanti che altrimenti avrebbero potuto determinare una lotta interna, fratricida.
Anche lo statuto della Comune prevede l´esercizio dei diritti collegati alla difesa del proprio ambiente e della natura, dunque sempre piú abitanti hanno denunciato la Polar, oltretutto situata, come giá ricordato, in un sito archeologico importantissimo, lasciando insoluta la domanda su come si sia potuto permettere e si continua a permettere che un´impresa di farina di pesce copra 5000 anni di storia ecuadoriana.
Quando ci sono rilevante interessi pubblici, gli stati in genere non provvedono a esproriare? perché in questo caso non é avvenuto ? Forse perché si tratta di gente economicamente forte?

(Sulla situazione di Salango da vedere il servizio giornalistico di una televisione locale scaricato su youtube http://www.youtube.com/watch?v=GDAXr4dEKuY ).