martedì 30 novembre 2010

"24 diálogo por la vida" 4 dicembre 2010. La lotta della comunitá indigena Tzawata.

É giá quasi un mese che mi trovo in Ecuador e sto conoscendo le esperienze di alcune comunitá indigene in lotta. A Quito ho conosciuto il presidente della Conaie (Confederación de Nacionalidad Indígenas del Ecuador) Marlon Santi e alcuni compagni della organizzazione con i quali sono andato a Puyo, piccola cittá ai margini della regione amazzonica, da dove,poi, ho potuto recarmi in alcune comunitá indigene in lotta per differenti motivi (contro la devastazione ambientale provocata dallo sfruttamento delle miniere, del petrolio e deforestazione per il commercio di legname). Mi sono recato in ordine nella comunitá di "Rio Salomé", a 15 minuti di autobus da Puyo, nei pressi di Tarqui dove una parte del territorio si trova in occupazione (la gente da queste parti la chiama "invasión"), a Sarayacu, all´interno della selva amazzonica raggiungibile solo via fiume o con aerei turistici che funzionano (non sempre) da "navetta" per alcune delle 5 comunitá presenti nel territorio, a Tzawata presso il municipio di Capricho nella provincia di Napo a circa un´ora da Puyo in direzione di Tena e mentre sto scrivendo nella "Comuna di Salango" nella costa pacifica.
Incominceró a parlare della comunitá del popolo Ztawata la quale é in questo momento la piú esposta al conflitto sociale contro l´impresa mineraria canadese Merendon e contro la "Secretaria del Pueblo" come istituzione pubblica. In occasione della lotta che stanno affrontando la comunitá Tzawata, ora unita ad altre due comunitá che si trovano nei territori vicini (comunitá Ila e San Clemente), é stato indetto una giornata di mobilitazione e di festa per il 4 dicembre 2010 nella terra occupata (vedere http://ecuador.indymedia.org/es/2010/11/34431.shtml e http://www.conaie.org/component/content/article/4-noits4/296-8-meses-tomados-nuestra-tierratzawata-en-pie-de-lucha ). Il "Kuraka" (presidente, capo) della comunitá Ramiro Aguinda e il coordinatore dell´organizzazione giovanile Adelmo, in questa settimana faranno un "tour" delle radio locali e nazionali per pubblicizzare l´evento, nel quale parteciperanno molte delegazioni delle comunitá indigene di tutto l´Ecuador e le varie confederazioni come la Conaie. La compagnia canadese ha "aperto" una miniera a cielo aperto di oro provocando devastazione ambientale. In particolare deforestazione di un´area di almeno 100 ettari e bonifica di una laguna che rappresentava per la comunitá una delle fonti di sussitenza per la presenza di differenti tipi di pesce, inquinamento della terra (in questo momento non si puó coltivare in quell´area perché non cresce niente) e contaminazione delle acque che hanno provocato nel passato casi di patologie molto gravi per la presenza riscontrata di valori alti di tacce di cianuro, di piombo e di altre sostanze chimiche pericolose. Dopo l´inizio dell´occupazione e della lotta della comunitá Tzawata, la Merendon ha cercato di reagire pressando le autoritá, dalla quale ha ottenuto complicitá, con l´obbiettivo di far andare via la gente dalla terra, cercando, oltrettutto, di intimidirla bruciando e distruggendo le case in legno e tutto ció che era presente nel territorio. Sono 10 mesi che la comunitá vive questa lotta con la tensione di conseguenze gravi che possono accadere (fino ad ora non si sono verificati episodi gravi contro persone) per le minacce ricevute. Ció ha indotto la comunitá ad organizzare ronde di guardia in tre turni notturni, per assicurare protezioni alla terra occupata. In realtá poi non si tratta di terra occupata ma di una legittima pretesa di riappropriazione dei diritti ancestrali che la comunitá possiede su quella terra (627 ettari). La storia di questa terra é la storia delle comunitá indigene che sempre l´hanno abitata e l´hanno rispettata. Perció legittimamente la comunitá Tzawata protesta non solo contro lo sfruttamento minerario avvenuto precedentemente ma anche contro la vendita dei diritti di quella terra da parte della Merendon a favore della "Secretaria del Pueblo"(Ció mi é stato detto dal "Kuraka" della comunitá che ha aggiunto che l´organismo pubblico della "Secretaria del Pueblo" é disposta a vendere la terra alla comunitá ma per un valore di 650 dollari per ettaro! Piú di 400.000 dollari per il totale dei 627 ettari!). Dunque la Merendon non poteva vendere la terra che non le appartiene e la "Secretaria del Pueblo" non puó comprarla e esercitare diritti sopra di essa. Perció le tre comunitá congiunte (Tzawata, Ile, San Clemente, ci sarebbe una quarta comunitá ma non di indigeni originari che sono stanziati in un piccolo appezzamento del territorio, la comunitá di "Rio Anzu" che peró, proprio perché non originaria, sarebbe disposta a trattare per la comprovendita della terra) in questa settimana presenteranno una denuncia formale alle autoritá giudiziarie perché venga annullata la compravendita tra la Merendon e la "Secretaria del Pueblo" e sia restituita la terra ai legittimi proprietari, ossia la gente che lá ha sempre abitato. Attraverso l´ufficio legale della Conaie si procederá ad avanzare nella lotta per legittimare la posizione delle comunitá rispetto alla terra che stanno occupando.
In questo senso é stato molto importante il sostegno ricevuto dalle altre comunitá indigene ecuadoriane della serra, della costa e dell´oriente che in piú occasioni hanno mostrato la loro solidarietá e il loro contributo attraverso "Mingas" (lavori collettivi) per costruire e ricostruire le case e le strutture in questo momento presenti nella terra occupata.
L´evento del 4 dicembre rappresenta un momento importante anche nel senso di fortificare questa solidarietá in un momento cruciale della lotta. Un evento che perció diventerá non solo un momento di dibattito e di proclamazioni di intenti ma anche di festa. L´organizzazione giovanile sta preparando momenti e spazi per musica, ballo e tradizioni della comunitá, una giornata, quindi, che si preannuncia molto interessante, sperando nella presenza di molta gente anche non indigena.
Nei prossimi post continueró a parlare di questa e delle altre comunitá che ho conosciuto.

giovedì 25 novembre 2010

le foto di Manaus e presidente Figuereido

L`arrivo "mandrughinho!" a Manaus (alle 6.15 ma in realtà mi accorgo più tardi che a Manaus bisogna mettere un`ora indietro)Porto di Manaus e il ponte in fase di ultimazione, alle prime ore del mattino.Teatro Amazonas
Mostra dell`artista svevo-peruviano Felipe Lettersten nell´antico palazzo di giustizia di Manaus.



Presidente Figueiredo.
Le foglie di Victoria Regia in una piccola laguna nella sponda del Rio Negro opposta alla città di Manaus.

La mia permanenza a Manaus è durata 6 giorni, di cui 1 di escursione nella riva opposta del Rio Negro e 2 passati in un luogo a 130 km circa da Manaus, nel comune di Presidente Figuereido nel cui territorio è presente un sistema complesso di cascate di piccole dimenzioni, fiumi e ruscelli immersi nella magica foresta amazzonica, uno splendido luogo che è assai frequentato da amanti della natura e della avventura (si possono fare molte attività) . Purtroppo i contatti che avevo avuto per conoscere alcune esperienze di lotta nei pressi di Manaus non sono stati sfruttabili (come del resto la maggior parte di quelli che avevo dall`Italia per le varie destinazioni del mio viaggio!), uno per un numero di telefono errato e l`altro, avuto da un militante del WWF di Rio de Janeiro, che è risultato sempre irrangiungibile. Ogni modo sono stati giorni interessante per visitare luoghi molto belli, dalle cascate prima citate a le gigantesche foglie di "Victoria Regia"nel bosco sulla sponda del Rio Negro opposta alla città , che arrivano, incredibile, a sopportare una carico tra i 30 e 50 kg! Queste magiche foglie, presenti in una piccola laguna, sono il riparo anche dei simpatici "cayamos" che, però, non si sono presentati al mio arrivo per uno scambio di vedute! Beh sarà per un`altra occasione, per questa volta gli è andata bene!
Il fenomeno del fiume bicolore per le acque di differente densità trasportate dal Rio Negro e Rio Solemoes, i magnifici scenari che si aprono appena fuori da Manaus. I corsi dei fiumi in ottobre sono bassi ma alzano un poco i propri livelli dopo gli scroscianti temporali che quasi ogni giorno si verificavano, facendo immaginare che spettacolo naturale debba essere quando arriva la stagione delle piene. La vegetazione e quegl' alberi slanciati che sommersi mantengono la loro "testa" fuori dall`acqua, a dar ossigeno agli "occhi" di chi non può non rimanere meravigliato.
Manaus non l´ho trovata molto interessante però è anche vero che ci sono stato molto poco, solo tre giorni se si considerano le escursioni. Molto interessante sono i giardini zoologici, dove sono salvaguardate specie in via di estinzione.
Il centro della città è dominato dal teatro Amazonas e dall`antico palazzo di giustizia della città, dove era allestita una mostra scultorea di Felipe Lettersten veramente interessante, non solo per il valore artistico delle sue opere, ma anche per la sua traiettoria di vita. Nato in Perù da genitori svedesi, fin da bambino conosce l`Amazzonia e le tribù indigene che la vivono. Si laurea a San Diego e viene in Italia, in particolare nella nostra amata Firenze, dove, immagino, abbia affinato le tecniche della grande scuola rinascementale, ammirando il "realismo" delle sue opere. Dopo di chè si reca nelle comunità indigene, da cui era sempre rimasto affascinato, a tal punto da voler approfondire la sua esperienza di vita (vivendoci a lungo) e artistica producendo una notevole serie di statue a dimenzione naturale degli indigeni. Nel caso delle statue da me ammirate, del gruppo indigeno Quechuas.
Il suo impegno è, quindi, duplice, artista ma anche difensore dell`eredità ancestrali proprie di questi popoli, che li caratterizzano per uno stile di vita fondato prevalentemente sul rispetto della natura e della propria cultura. Il buon Felipe ha anche una pagina in Facebook per chi la vuole visitare.
La gente di Manaus mi è sembrata molto più chiusa di quella di Belém, ma anche in questo caso non posso affermarlo in assoluto visto che ci sono stato solo pochi giorni.
Nota dolente dei giorni passati a Manaus è la distrazione informativa con la quale ho mancato ad uno degli eventi più importanti della città il 24 ottobre (24 e il 25 di ottobre sono andato a Presidente Figueiredo).
Mi diranno, poi, nel "battello più pazzo del mondo", che è sempre una festa molto valida!! Aihmè !

venerdì 19 novembre 2010

Belém-Santarem-Juruti, prima tappa della traversata amazzonica.

La nave Nelio Correa, prima delle 5 in totale che ho preso per arrivare a Iquitos.






Santarem (fiume bicolore conme a Manaus.















Signori si parte! Il 12 di ottobre lascio Belém in direzione di Santarem ! Il viaggio in Amazzonia ha il suo inizio a bordo del battello Nelio Correa, sicuramente la nave più carina per come era strutturata e per come si mangiava (meglio sicuramente delle altre nel corso della traversata).
Navigare per un totale quasi di due settimane, escluso le soste, dall`alba al tramonto nel sistema fluviale più grande al mondo e su un hamaca dondolata dal vento, è sicuramente un`esperienza unica. È soprattutto una questione di energia, la forza della natura così dirompente scorre nelle arterie della regione amazzonica, una moltitudine di affluenti, sub-affluenti, ruscelli e ruscelletti che si incontrano e si dividono e danno linfa ad una vegetazione lussuriosa e con una biodiversità che non si incontra in nessun`altra parte del mondo (ed io sono capitato nella stagione secca!).
Uno spettacolo che va gustato senza fretta come sono i tempi delle "autostrade" amazzoniche, viverlo con le cadenze sublime del susseguirsi delle albe, dei giorni, dei tramonti e delle notti, che si adagiano lentamente uno dopo l`altro fino a farti arrivare al tuo destino. Sentendo gli umori che cambiano improvvisamente, con i temporali potenti e suggestivi che rompono la quiete del cielo.
E il silenzio che accompagna la vegetazione ininterrotta, le case delle genti indigene che abitano in perfettamente sintonia con la natura e il loro avvicinarsi alla nave con le loro canoe, agganciandosi in corsa alla nave e salendo a bordo per vendere prodotti naturali, o direttamente dalla loro canoa.
La bassa Amazzonia è meravigliosa, piena di frutti che non avevo mangiato prima e già a Belém e nelle varie comunitá ne avevo fatto delle belle "scorpacciate"! Altissimi e affascinanti alberi che germogliano nelle loro "alture" Il super vitaminico Açai, dal colore violaceo-nero, presente solo nel Parà e degustato con farina di mandioca (lo zucchero per chi vuole!), il delizioso cupuaçu, acerola, graviola con le loro provocazioni delle "pupille gustative", il succo di goiaba (già conosciuto e spesso "stracannato" durante i pasti a Rio de Janeiro) e poi ancora maracuja, caju, abacaxi (più o meno la nostra ananas), coco, banana, abacate (avocado), amendoim, morango e la fantastica castanha do Parà (castagne del Para) che ha un valore nutrizionale incredibile ed è veramente buona!
È difficile pensare di poter fare a meno di tutto ciò, è un paradiso di vita e di delizie, e non solo da mangiare. Scenari unici, i suoi alberi slanciati verso il cielo sembrano ballare quando il vento batte contro ad essi e le foglie gigantesche dei platani sono le loro "sottane" svolazzanti! Il ballo della natura con i suoi colori intensi che si susseguono nei diversi momenti della giornata e ti offrono una tregua dalle corse quotidiane che in questi momenti ritieni del tutto insensate. È una riconcilazione con la vita!
Purtroppo tutto questo stupore cullato dal lento procedere del battello, si interrompe alla visione delle imprese di legname che spuntano ogni tanto da qualche radura nelle sponde del fiume.
Senza pormi il problema se stanno operando in maniera legale o no, non è sicuramente uno spettacolo edificante, vedere le "ferite" dell`Amazzonia pronte per essere caricate e trasportate dove qualche avido commerciante lucrerà in maniera pingue vendendole come pregiate (Ma quelle ferite non sono pregi piuttosto "spregi" in nome del denaro!).
Nella zona di Juruti, proseguendo dopo Santarem, le comunità Riberinho stavano bloccando le navi di legname illegale (nei prossimi post ne parlerò).
E a bordo della nave si conosce la gente, si parla, si gioca, si mangia insieme e ci si ritaglia i lunghi momenti passati anche da soli. I miei dedicati alla creatività, sempre con la macchina fotografica pronta, suonando con la mia clavietta "magica", scrivendo poesie ecommenti, leggendo e contemplando i colori trasformati dalle varie luci della giornata (ricordando Monet!).
Anche in questo caso, però, l`armonia dei sensi si interrompe quando mi capita di vedere gettare rifiuti nel fiume da parte di chi ha a due metri il cestino a disposizione! E anche se non fosse a due metri non porta via molto tempo concepire una raccolta dei rifiuti rispettosa del grande fiume! Devo dire che una prassi comune, non c`è sicuramente una cultura dell`ambiente da parte della stragrande maggioranza dei viaggiatori amazzonici.
Dopo tre giorni di navigazione arrivo a Santarem dove dovevo incontrare il "Coletivo Puraqué" e visitare quello che mi avevano detto essere un luogo splendido, Alter do Chão, ma l`incontro con Mercedes del MST ha cambiato i piani e sono stato solo mezza giornata a Santarem, ripartendo il pomeriggio per Juruti (circa 15 ore di viaggio).
Anche a Santarem come a Manaus si può osservare il fenomeno del fiume bicolore, suggestivo come la biodiversità anche delle acque che lo provoca, un mondo speciale al quale dobbiamo tutti qualcosa se è vero che questa parte del mondo è il nostro polmone da preservare se vogliamo continuare a essere una specie non in via di estinzione.

giovedì 18 novembre 2010

VIAGGIA COME VIAGGIA

Passa come passa
un gioco d`un bambino
il capriccio d`un momento
e gira come gira
la ruota del folle
senza pretese che un destino
libero, intrigante
lasciato in preda ad un volo
che è un salto come un salto
da ripetere all`istante

(INIZIA A METÀ OTTOBRE LA MIA ATTRAVERSATA DEL RIO DELLE AMAZZONI, UNO DEI MIEI SOGNI DA BAMBINO. PRIMA TAPPA DA BELÉM A SANTAREM)

Il secondo turno delle elezioni brasiliane.

Il secondo turno delle elezioni si è svolto quando ero a bordo del battello da Manaus in direzione de Tabatinga. A bordo delle "nave più pazza del mondo" non mancava la presenza delle televisioni, dove non sono passati inosservati gli spot politici prima del giorno delle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica del Brasile e il confronto televisivo in diretta televisiva 2 giorni prima delle elezioni tra i due candidati Dilma Rousseff e José Serra. In verità è stata una campagna elettorale che, nelle televisioni, ha proposto una martellante programmazione di spot e nessun confronto/scontro, come invece siamo abituato ad assistere in Italia. L`unico confronto televisivo, pittosto sopifero, e`stato, appunto, quello citato prima, che non ha mai sconfinato in critiche o litigi tra le parti. Ognuno dei due candidati ha esposto il suo programma stimolati dalle domande di un pubblico eterogeno sia geograficamente (in raprresentanza di tutti gli stati brasiliani) che rispetto alle condizioni sociali. Una contesa elettorale un pò scialba che mi ha fatto avere nostalgia delle risse all`italiana che abbondano in prossimità delle elezioni nella nostra amata penisola dove nemmeno i più moderati esponenti politici avrebbero potuto tenere la voce così bassa e regolare! Contesa stranamente non animata neanche dal candidato di destra "Josésinho" Serra che avrebbe potuto rivatilizzarsi dalla possibilità, non del tutto pronosticabile alla vigilia, di concorrere al secondo turno. Ma l`ultraconservatore si è limitato solo ad inscenare una violenta aggressione nei suoi confronti, in realtà una palla di carta lanciatagli in una manifestazione, che però, chiaramente, ha fatto notizie nelle "impegnate" televisione. E questo ha innescato un botta e risposta tra lui e alcuni esponenti del suo partito e Lula e la Dilma dall`altra sponda. Già perchè non dobbiamo scordarci che il Presidente della Repubblica in carica ha partecipato in maniera decisiva a queste elezioni, quasi dovesse essere lui il candidato.
Nel confronto televisivo i candidati sembravano maggiormente concentrati ad una esposizione in cui sintesi e stile riuscissero a conciliare con i due minuti che per ogni domanda avevano a disposizione. Il risultato è dire poco senza entrare nel nocciolo delle questioni e rimarcare continuamente ad ogni domanda sottoposta, come il tema sia fondamentale nell`agenda politica del proprio partito. L `homo videns descritto da Sartori è il consumatore inerme di un sistema televisivo che influenza in maniera decisiva i tempi e i modi anche della politica e riduce il sapere e il conoscere che solo l`approfondimento con lo studio e con la cultura può determinare.
Così paradossalmente la Dilma ripassa la "lezione" leggendo le sue dispense per dover dare una risposta di quattro parole, mentre Serra "Montgomery Burns" espone i suoi argomenti facendo più attenzione a guardare le telecamere e a tenere una postura come si conviene quando si appare in televisione, confermando quando oggi le campagne politiche siano un prodotto sempre più consistente del "marketing mediatico".
Le elezioni le ha vinte la pupilla di Lula come era pronosticato da molti sondaggi apparsi nei giornali e nelle riviste brasiliane e indubbiamente entrambi i candidati hanno cercato un`apertura nei confronti di Marina Silva e del PV (Partito Verde) che dopo il successo del primo turno non aveva permesso ad entrambi la vittoria immediata. Un`apertura che non si inteso bene se sia stata sui temi ambientali, come si dovrebbe presupporre, o su interessi da condividere o spartire, ma ciò senza dubbio lo si vedrà più avanti.
Infatti fa riflettere da una parte la debacle del PT al primo turno se consideriamo i due precedenti mandati e il consenso che aveva raggiunto Lula, dovute alla delusione che alcuni settori della società hanno avvertito rispetto alle dichiarazioni di intenti che l` ex sindacalista aveva fatto anteriormente al suo primo mandato.
Così quel risultato ottenuto da Marina Silva va interpretato, da una parte, come lo spostamento di un bacino di elettori insoddisfatti della politica di Lula, in particolare delle politiche ambientali e sociali (malgrado i PAC), dall`altra come il PV abbia, in realtà, molte commistioni con gli altri due partiti a partire dai suoi finanziatori ( come Severiano ricordava nell' intervista).
È forse quello il motivo che ha indotto Marina Silva a non prendere posizione rispetto alle preferenze che il suo elettorato avrebbe potuto avere al secondo turno? E perchè non c`è stato un dibattito interno rispetto ad un temo così importante per capire quale fosse la tendenza rispetto alla preferenza da accordare di tutto il partito e non solo quella del suo segretario?
In un Brasile in crescita economica e considerando che è uno dei paesi con più risorse naturali al mondo, la torta da spartirsi sembra veramente considerevole e le tentazioni di subordinare la politica ad interessi di altra natura può sembrare un passo assai breve. L`analisi ci porta a considerare un altro elemento. Proprio su quei temi ambientali si doveva porre l`attenzione dai parte dei candidati al secondo turno per tentare la conquista dell`elettorato di Marina Silva. Ma ciò non è successo, la campagna elettorale è scivolata via senza affrontare seriamente i temi della deforestazione in Amazzonia e della Riforma Agraria, considerato il fatto che c`era stato un plebiscito popolare e che ancora, fino a dicembre, sta continuando, e continuerà, la raccolta di firme per emendare l`articolo 186 della Costituzione Federale del Brasile. Ma si è saputo nulla a riguardo dalla televisione e dagli altri "mezzucci" di comunicazione? Beh partecipando al plebiscito e avvertendo il disorientamento della maggiorparte dei fermati nelle piazze rispetto a quei temi direi proprio di no.
Rispetto a queste elezioni mi soffermo solo a questa relazioni tra i mezzi di comunicazione e il sistema politico rispetto al MST (Movimento Sem Terra) prendendo in riferimento una delle riviste che ho letto per informarmi sulla campagna elettorale
Un tema fondamentale su cui porre l`attenzione è il rapporto, appunto, dei partiti politici con il MST.
Naturalmente del MST si parla poco e non bene e soprattutto non si parla del suo obbiettivo dichiarato, la Riforma Agraria.
La rivista presa in considerazione è "Epoca" del 25 di ottbre 2010. All`interno di una lunga analisi tra le differenze dei due candidati, propone anche il rapporto che entrambi hanno con il MST, mentre " La Dilma mantiene una relazione di ambiguità con il il MST, Serra ne è un nemico giurato"
Riporto le parole esatte rispetto ad entrambi. Rispetto alla Dilma dice:" Con la Dilma nei piani alti del palazzo l`aspettativa è che le relazioni di governo con il MST soffrano poche alterazioni. Dilma afferma, come fece alcuni mesi addietro in un evento con gli imprenditori in San Paolo, "che non andrò a compromessi con la illegalità". Però lei dà segnali che non affronterà il MST. Allo stesso tempo Dilma disse "che sarò sempre aperta per negozzazioni e non reprimerò le rivendicazioni".
Dato che le aspettative del MST diminuirono in relazioni ai governi del PT anteriori, è possibile che l`attitudine del MST di fronte ad un governo Dilma sia la stessa che ebbe con Lula. Il MST non dà segnali che pretende aumentare o diminuire la pressione".
I due punti fondamentali che si possono sottolineare e che fanno riflettere sono, uno che le azioni del MST sono considerate illegali e in questo senso si ha la percezione che anche il giornale "Epoca" sembrerebbe non metterlo in discussione non proponendo, tra l`altro, una contra risposta da parte del MST. Ma se le occupazioni della terra di chi non ha che due braccia per lavorare e niente altro sono considerate illegali, il latifondo e tutto ciò che ruota intorno, invece, come va considerato? Forse legalità e giustizia non sono così simili come si potrebbe pensare?.
Il secondo punto è che questo discorso la Dilma l`ha fatto davanti all`imprenditoria brasiliana nella città più potente finanziariamente del Brasile. Certo servono le alleanze anche di certi settori della società tradizionalmente ostili alle origini e storia del PT per poter vincere ( grandi imprenditori e latifondisti presenti in maniera massiccia anche nel Parlamento Federale). Ma la politica non dovrebbe recuperare quei valori che caratterizzano in maniera inequivocabile ogni attore in gioco?
Rispetto al candidato Serra dice:" Se la relazione con la Dilma è priva di entusiasmo (nel primo turno il MST liberò il voto dei suoi militanti) con Serra è di ostilità aperta.
In un testo recente del MST, Serra è qualificato come "nemico" del popolo, come figura dalla "personalità autoritaria" e alleato di partiti che hanno una tendenza antidemocratica. Serra accusò il MST di usare la Riforma Agraria come pretesto per ottenere denaro e provare a innescare la rivoluzione. "C`è un certo terrore del MST con la possibilità di un governo Serra". dice Carter. Se il MST decide di ampliare le sue invasioni illegali, è probabile che Serra adotti misure per reprimere la violenza nelle campagne".
Ma di quale violenze si parla? Si dovrebbe parlare, piuttosto, di quelle violenze subite dai contadini senza terra o in condizioni di povertà, e non viceversa.
Anche in questo caso il punto fondamentale è considerare illegale quello che il MST sta facendo, che è tutt`altra cosa che una cospirazione violenta. Piuttosto il pensiero del MST è fondato su una società nuova, più giusta, più creativa e più rispettosa dell`ambiente in cui si vive, considerando la natura un bene sacro. Come si può pensare che tutto ciò sia legato alla violenza e all' illegalità? La gente ha diritto di mangiare o no? O la legalità è supplicare ai proprietari terrieri, che arrivano a possedere milioni di ettari, un cantuccio di terra da lavorare alle loro miserabili condizioni?
Chi si reca nelle zone rurali brasiliane si rende conto di quanto distorta sia l`immagine che viene prodotta da questi "mezzucci" di comunicazione, orientati anch`essi a spartirsi, in buona parte, i benefici di un sistema "tele-politico" in buona parte colluso e corrotto.
Purtroppo, date anche le circostanze del sistema mediatico brasiliano (che si attesta tristemente agli standard italiani!), non è lecito pensare che il MST avrà vita facile qualunque sia il colore politico che "tinge" il potere in Brasile. Così sembra difficile che la Dilma e i governatori del suo partito eletti nei vari stati, siano propensi a dar impulso a quella grande stagioni di riforme che restituiscano dignità alle zone rurali sempre più spopolate di questo magnifico paese.

Belem e la mitica casa di Philipe

Da sinistra a destra Veudo da Castanhal do Pará, Philipe da Belém do Pará e Valerinho da Monsummano Terme "da" toscana.
Messaggio dell`artista Philipe Castro il primo giorno nella sua casa di belém.
Disegno per un tatuaggio che Philipe fece nel passato con un messaggio significativo:" Apprendere a vivere insieme come fratelli per non morire come idioti". Il foglio è attaccato in una delle parete della sua casa.Interno della casa, Valerinho nella terrazzina mentre osserva chissà che ! o chi!Interno della casa. In fondo l`attrezzatura che Philipe utilizza per fare tatuaggi.Interno della casa. Si puó notare il "guscio sofà" ricavato da una cabina telefonica e il materasso nell`altra stanza, dove Valerinho dormiva.Philipe e Valerinho in una session domestica.
La stessa session ma senza la testa!
Philipe al lavoro nello studio musicale, autore degli affreschi murali.
Valerinho compie un sopralluogo nello studio musicale!
Particolare dell`affresco murale con la presenza di un mixer non di ultima generazione!
Posizionamento delle casse acustiche negli angoli della sala a lavori ultimati.
Locale musicale di Belém con musicista di grande qualitá. Valerinho con Nery.

Particolare del locale con la simpatica riproduzione caricatoriale di un gruppo musicale che suona in una terrazzina.
Il mio arrivo a Belém do Pará ha avuto fin dall`inizio sorti favorevoli. Ho incontrato fin dal giorno seguente persone molto interessante come Nery, il produttore culturale, Severiano, il segretario del PCB (Partito Comunista Brasiliano) e Philipe Castro, artista stravagante e tatuatore di professione.
Ho già parlato di Nery e di Severiano, che hanno partecipato a questo blog anche con delle considerazioni sulle elezioni brasiliano come quelle di Nery e l`intervista più articolata sui temi della politica statale e nasionale da parte di Severiano.
Philipe Castro da Belém do Pará è un artista illuminato, stravagante ma creativo e lavoratore, difficile vederlo fermo, è un tipo che ha le idee chiare come lo dimostra l`arredamento della sua casa, completamente ricavato da materiali di riciclaggio e dalla sua creatività. Ma al tempo stesso folle personaggio "bohemiano" con la quale non potevo che non adattarmi a meraviglia! Già dal primo giorno ciò mi sembrava lampante, quando trasferendomi con i miei zaini alla sua casa, ho trovato un messaggio scritto su un foglio attaccato alla porta. Chiaramente ho scattato subito una foto che ho posto nel post (nella foto sopra le scritte in rosso sono il suo messaggio, in nero la mia risposta).
La casa dove alloggia non è sua, paga l`affitto, benchè chiaramente con ritardi considerevoli! La vita dell`artista a Belém non è molto profittevole ma il suo talento si articola in vari campi artistici, dalla pittura, alla professione di tatuatore con disegni originali, a artigiano del riciclaggio.
Tutto l`arredamento della casa è composto da materiali recuperati per la strada, nelle discariche e, come nel caso del sofà (nelle foto si vedono, sono quei "gusci enormi" dove sono posti dei cuscini), cabine dei telefoni pubblici! Così le ante delle porte e delle finestre, i mobili, i tavoli, le mensole fino anche ad alcuni soprammobili, sono oggetti cercati e trovati anche durante le sue uscite serali destinate solo al puro divertimento, e poi lavorati, trasformati e pitturati. Ad esempio una delle "poltrone" del sofá in "pura cabina telefonica", la trovammo una sera che eravamo andati a passare una serata insieme anche con un altro amico. Il suo occhio è sempre vigile nelle strade e nei luoghi della città che sembrerebbero inutili. Una filosofia che dovrebbe essere maggiormente abbracciata quella del riciclaggio e della creatività nel concepire i propri habitat.
tra le foto che ho posto ci sono anche quelle del lavoro che stava facendo nel periodo in cui alloggiavo nella sua casa. Un lavoro di pittura murale in una nuova sala musicale e di registrazione che una organizzazione stava facendo ad un centinaio di metri dalla sua casa. Il Picasso di Belém ha anche una propensione alla musica, suonando un poco le percussioni. Mentre l`amico Veudo da Castanhal(nella prima foto il primo a sinistra) , municipio a 2 ore da Belém, è un eccellente percussionista, anche lui ha alloggiato alcuni giorni nella casa, in particolare per i giorni di Cirio do Nazaré. Non sono dunque mancate le "session" musicali in giro per la città, la più esaltante delle quali una notte dentro un locale all`aperto dove si celebrava una festa di una comitiva di un seminario universitario. Alla "session" si sono aggiunti i componenti del gruppo musicale ufficiale dopo la loro performance nel palco del locale (nella prima foto il trio "desperados" la sera della session. Valerinho aveva con sé la sua clavietta, mentre Veudo e Philipe due "jambe" costruiti artigianalmente da Veudo (che anche li vende) . Come nella migliore tradizione brasiliana, si è creata come una "roda" dietro la quale la partecipazione dei "festaiuoli" si manifestava in canti, balli, battiti di mano "a tempo" e sorrisi ammiccanti !
Beh devo dire che ho passato un gran bel periodo a Belém, non solo per le attività che ho svolto di conoscenza del Parà e condivisioni delle esperienze sociali, ma anche per le persone interessanti che ho conosciuto, ognuna dedita ad un fermento culturale differente come Philipe ( e si suoi amici), Veudo, Nery (produttore culturale ma anche ottimo musicista della musica popolare brasiliana), Severiano (per la sua passione e dedizione politica), Mercedes, Ulisses e Charles del MST di cui ho scritto e scriverò, Roberta per i suoi studi di ricerca della storia Quilombolas, Lucio Flavio Pinto (benché l`ho conosciuto poco) e altri ancora.
Il giorno della partenza Philipe Castro da Belém do Pará mi ha dato in consegna un libro che si affrettato di leggere i giorni precedenti. Il libro "A Jangada" per il mio viaggio nel "Rio Amazonas", con la postilla di finirlo di leggere prima del mio arrivo a Iquitos e passarlo ad un altro viaggiatore del grande fiume. Così fu, nei prossimi post metterò anche la foto della consegna del libro.