lunedì 4 ottobre 2010

Elezioni politiche, considerazioni e intervista a Severiano de Carvalho Rodrigues presidente per lo stato del Pará del partito comunista brasiliano.

Lúcio Flávio Pinto e Nery Fercy.

L´elezioni politiche brasiliane sono state caratterizzate dalla uscita di scena di Lula come candidato presidenziale dopo i suoi due mandati politici (ogni mandato in Brasile dura 4 anni e piú di due mandati consecutivi non si puó essere rieletti) ma non dal suo defilarsi dai riflettori della competizione politica.
Secondo Lúcio Flávio Pinto brillante giornalista politico di Belém ( fondatore del "Jornal Pessoal, agenda amazônica de Lúcio Flávio Pinto", giornale indipendente, molto vicino alla rivista italiana "Internazionale" e conoscitore attento anche della politica italiana ), l´azione di Lula nei suoi due mandati si é concetrata in gran parte sulla personalizzazione della sua figura all´interno del partito (PT) e sulle sue alleanze strategiche nel sistema politico, in particolare nella sua attenzione alla politica internazionale. Emblematico in tal senso é il suo editoriale sopra le elezioni: " Mai in precedenza un presidente della repubblica ebbe una presenza tanto grande in una campagna elettorale per un suo candidato. Lula si comportó come un leader elettorale per consolidare Dilma Rousseff, che senza di lui sarebbe un "palo elettorale". Se Dilma Rousseff vincerá le elezioni, governerá? ". Con sottile ironia Lúcio Flávio propone quella che la dinamica centrale di questa competizione elettorale e lo fa anche attraverso i numeri. La popolaritá di Lula negli otto anni di sua amministrazione era arrivata al record di 80%, mentre quella di Dilma nel mese di settembre oscillava intorno al 50%, arrivando al minimo anche del 40%. Indicativo il fatto, comunque, che sembrerebbe scontato la permanenza del PT al governo, meno scontato invece appare la elezione di Dilma al primo turno (in Brasile íl sistema elettorale prevede due turni qualora nessun candidato superi il 50%). Il suo rivale piú forte é José Serra del PSDB (Partito della social democrazia brasiliano), esponente della destra conservatrice che protegge gli interessi delle elite terriere e delle grandi lobbies finanziarie.
Sempre Lúcio Flávio scrive sulla situazione delle elezioni nello stato del Pará, e direi che l´elemento piú caratterizzante che si puó sottolineare é che in questo stato vi é una carenza di partecipazione e attivismo. I candidati sono sempre i soliti, e la gente non sembra interessata ai temi politici e sociali malgrado nel Pará vi sia una situazione sociale di forte conflitto legata in particolare alla questione della terra ( un militante MST coordinatore dell´accampamento "fazenda Cambará" mi disse che dei 1300 morti assassinati in Brasile negli ultimi anni per conflitti di terra ben 900 sono avvenuti in questo stato).
E legato alla questione della partecipazione e della militanza credo che un altro elemento di caratterizzazione di questa campagna elettorale sia stata la modalitá di propaganda politica. In controtendenza con il valore dell´affetivitá politica della base con il proprio partito, tutti gli schieramenti hanno assoldato persone per fare propaganda nelle strade e nelle piazze per sventolare bandiere con lo slogan, indossando magliette dei leader e altro ancora , pagandoli 20/30 reias al giorno (10/13 euro) e approfittando della situazione di disoccupazione e di povertá di molti di loro. Una tendenza iniziata giá nella precedente campagna ma che mostra una preoccupante questione, la politica é sempre meno intesa come mezzo di partecipazione per risolvere i problemi della comunitá e sempre piú legata alla logica dell´interesse particolare, il popolo vuole il chilo di spaghetti e il potere lo compensa anche con un pó di sugo per farli credere che la tavola nel prossimo futuro sará ben piú pingue per tutti.
Ma i valori della politica dove sono? Dove giaciono quei sentimenti di trasformazione sociale che caratterizzino una convivenza basata sulla giustizia e l´uguglianza sostanziale di ogni persona umana ? (perché di diritti di cittadinanza é meglio non parlare se appena si va in giro a visitare molte realtá di questo pur meraviglioso paese).
Una critica non solo al potere che perde sempre l´opportunitá di emanciparsi da una storia implicata con l´ingiustizia sociale, soprattutto quando quel potere é in mano ad un soggetto che si caratterizza per una storia di sinistra e di lotte sociali. Ma anche a gran parte dei cittadini che preferiscono una vita tranquilla piuttosto che inmischiarsi con questioni "comunitarie". Si consolida dunque il leitmotiv "tanto non si cambia nulla" e il pensiero che é meglio preoccuparsi del proprio orticino piuttosto che imbattersi in vicoli ciechi.
Altri elementi caratterizzanti questa campagna politica sono relativi alla comunicazione, gli spazi mediatici sono fortemente dominati dai partiti piú grandi ( nell´intervista a Severiano de Carvalho Rodriguez segretario regionale politico del partito comunista brasiliano viene sottolineata questo elemento. Il PT aveva 25 minuti al giorno di spazi mediatici e il PCB 30 secondi. Che si puó mai dire in 30 secondi? ) e sicuramente il mancato dibattito sulla riforma agraria. Nessun candidato e nessun partito ha promosso la discussione sul problema fondamentale di questo paese, uscire da una condizione di latifondo ancora dominante e di lavoro schiavo che é presente in molte "fazendas".
Una considerazione finale va fatta anche sulla questione della obbligarietá del voto in Brasile. Chi non vota va incontro a sanzioni amministrative e ció mi sembra effettivamente una condizione non del tutto democratica ma questa é la legge federale. Una legge che prevede anche le operazioni di voto si svolgano in poco piú di 10 ore anche se facilitate dal sistema elettronico. Insomma questa é sicuramente una materia di dibattito che dovrebbe affrontare il popolo brasiliano. Benché l´astensionismo non costruttivo é una maniera di rimanere pericolosamente indifferenti di fronte a questioni pubbliche rilevanti deve pur sempre essere tutelata come forma di manifestazione democratica del proprio dissenso o del proprio esercizio di voto perché, come il voto é segreto, anche la volontá politica "passiva" di ogni cittadino non si puó questionare.

Intervista a Severiano de Carvalho Rodriguez.


- La sua attivitá principale é quella di politico?

-No, io sono artigiano, creo e imprimo scritte nelle magliette. Ma ho sempre svolto attivitá politica credendo nei valori della sinistra. Svolgo íl ruolo di Segretario Regionale Politico ma non sono remunerato, anzi alle volte per delle iniziative metto soldi di tasca mia.

- Ció vuol dire che il PCB (partito comunista brasiliano) non ha rappresentanza nel parlamento statale.

- Esattamente, non solo nello stato del Pará ma anche negli altri stati. Unica rappresentanza é quella del deputato federale di Ivan Pinheiro, candidato in queste elezione per la Presidenza della Repubblica, eletto nel 2006 con il fronte di sinistra che includeva anche il PSOL e il PSTU. Ma orgogliosamente rivendichiamo il fatto che siamo presenti e riconosciuti nel Forum Mondiale mentre, ad esempio, il PCdoB, nata dalla scissione del 1962 con il nostro partito, no é accreditato in tal senso.

- Come si struttura il PCB nel Pará?

- Vi é un segretario politico, il sottoscritto, un segretario organizzativo, uno finanziario, uno per le relazioni pubbliche e un membro per le relazioni pubbliche. In quasi tutto il territorio dello stato abbiamo attivisti iscritti e impegnati.
Ogni 15 giorni facciamo riunioni di partito a Belém dove possono partecipare gli iscritti ma anche i simpatizzanti. Insomma é un´assemblea aperta dove vengono decise l´agenda politica generale e le azioni da mettere in atto, in particolare le occupazioni che riguardano spesso anche altri soggetti. Le agende locali sono lasciate libere di essere decise dagli attivisti sparsi sul territorio. É importante sottolineare che dopo il Congresso del 2008 cambiarono alcune cose nella struttura organizzativa in particolare relativa alla formazione non solo dei quadri del partito ma anche della militanza di base. In questo senso impeghiamo molte risorse per risucire a realizzare momenti in comune dove si possano discutere le idee e approfondire il pensiero storico e ideologico del comunismo.

- Qual´é l´obbiettivo principale a breve e medio termine della politica del partito?

- L´obbiettivo principale é senza dubbio quello di costruire un fronte di sinistra con altri movimenti come quelli culturali, urbani e rurali che lottano contro un sistema di dominazione sociale e alleanze con movimenti storici che giá hanno una forte identitá come il MST (Movimento Sem Terra). Esiste una realtá molto interessante che giá lavora da alcuni anni in Belém. Quella del "grupo Cabana" di Belém che organizza "Serau poetico" ( incontri per fare cultura attraverso poesia, musica e teatro). La cultura é fondamentale per ripristinare anche quei valori politici che costituiscono una migliore convivenza tra gli esseri umani. Il gruppo integra perció in maniera spontanea la cultura con l´arte e la lotta politica. Per rendere l´idea uno degli autori piú letti é Bertold Brecht. Esiste anche un progetto di intercambio culturale con l´Europa che sta curando l´amico Fency Nery (il produttore culturale mio amico che ha scritto alcune considerazioni politiche sul blog) e sua moglie Rita (Rita é un´antropologa portoghese e in questo momento vive a Lisbona dove sta facendo un dottorato di ricerca). I due stanno lavorando a distanza per questo progetto. Non mancano anche le azioni politiche locali per cercare di distruggere questa realtá.

- La politica nazionale e le considerazioni sull´operato di Lula.

- Lula ha caretterizzato il suo lavoro su una forte personalizzazione ( come Lúcio Flávio Pinto anche Severiano sottolinea questo aspetto), una personalizzazione trotskista che lo ha portato ad essere egemonico rispetto alle componenti del suo partito e ad accettare il compromesso con la media borghesia brasiliana. Alla fine degli anni ´70 egli parlava di socialismo ma giá dal 1989 la sua posizione cambió. Avvertiva che senza alleanze con fasce imporanti della borghesia urbana non avrebbe conseguito successo.
Ma la storia di questi ultimi anni ci ha mostrato il risultato disastroso di queste coalizioni non solo in Brasile ma in molti paesi europei come la stessa Italia (aggiungo io la crisi del partito democratico e l´ucita di scena nelle ultime elezioni della rappresentanza istituzionale di sinistra) ma anche in Francia, in Spagna, in Grecia e ancora altri paesi. Vi é una forte componente trotskista all´interno del PT che cerca di collegare settori operai e contadini con quelli borghesi. I risultati di questa politica negli ultimi anni ci dicono che le condizioni di miseria e disfruttamento delle fasce piú povere non é migliorata ma gli introiti generali aumentati. A chi sono andati questi soldi?
Dal punto di vista economico l´operato di Lula si é concentrato sul tentativo di aprire il Brasile ad una fase di crescita economica. In questo senso ha operato attraverso alcune grandi contraddizioni rispetto alla sua impostazione ideologica. Lula liberalizzó la tassa di interesse per le banche con l´intento di flessibilizzare il mercato finanziario ma in realtá ha permesso alle grandi lobbies finanziarie di guadagnare moltissimo.
Ha costruito relazioni internazionali con l´obbiettivo di conquistare un seggio permanente nell´ ONU in particolare facendo entrare gli investitori stranieri che non hanno perso un minuto per fiondare su un paese dall´enorme ricchezza di risorse naturali, culturali, turistiche e via dicendo. In questo senso potrebbe essere una ricompensa la vittoria ottenuta per la gestione dei mondiali e delle olimipiadi. Beh, si capisce a chi ha potuto godere dei vantaggi di quella politica!
Per quanto riguarda i PAC (programma di accelerazione della crescita) si é vero che essi nascono da un programma politico che stanzió enormi fondi per la realizzazione di infrastrutture e progetti sociali ma se poi andiamo a vedere i risultati vediamo che i soggetti destinatari del PAC piú fortunati sono stati proprio quelle fasce della media e anche dell´alta borghesia che hanno ottenuto un forte lucro.
Faccio alcuni esempi. "MACRODRENAGE" (centrale di smaltimento di rifiuti) opera nello stato del Pará, i costi previsti per questa opera erano di 1200 milioni di reias. All´inizio del 2008 erano giá lievitati a 5000 milioni, malgrado fosse stato indagato dal potere giudiziario il gestore dell´opera i lavori sono continuati. La "VAL" impresa incaricata di costruire una centrale elettrica, la centrale di Belo Monte. Malgrado l´inutilitá di questa centrale perché esiste giá una che oltre a erogare energia sufficiente per lo stato riesce ad esportarla in altri paesi, si é approvato il progetto per 20 miliardi di reias che poi sono lievitati a 40 in poco tempo (c´é una forte lotta delle comunitá indigene amazzoniche contro questo progetto). Ció significa che quei soldi pubblici sono il legame che fortifica una borghesia rampante e collusa ad una classe politica in buona parte corrotta. Questa classe politica che si vanta di essere l´artefice della forte crescita economica degli ultimi anni in Brasile ma che non ha cambiato le condizioni di miseria delle fasce di popolazione piú basse.
I finanziamenti all´educazione quasi inesistenti e per l´assicurazione sociale, benché esistenti, spesso sono minimi, negli ospedali spesso le condizioni dei degenti umilianti e precarie.

- Che pensi rispetto al sistema dei partiti e al sistema di comunicazione mediatico anche rispetto a queste ultime elezioni?

-
La veritá é che i partiti maggiori sembrano formare un fronte unico e non un sistema basato su un ruolo forte di opposizione di una parte nei confronti dell´altra. Un sistema di partiti, mi riferisco ai tre maggiori PT, PSDB e PV (partito dei verdi) che di programma ecologico ha ben poco di sostanzioso, che condivide piú o meno gli stessi programmi, con esponenti che durante i dibattiti mediatici si scambiano critiche molto velate. La realtá é che esistono forti commistioni trasversali dei partiti e anche con gli altri poteri dello stato, come quello giudiziario e delle lobbies mediatiche. Molti giudici sono, ad esempio, "fazenderos" , e preoccupati molto di piú delle sorti della propria "fazenda" che della giustizia brasiliana. Noi abbiamo avuto a disposizione 30 secondi ogni giorno per la nostra propaganda politica mentre il PT, ad esempio, 25 minuti.
Il sistema mediatico riflette in buona sostanza quello politico, in un sistema di alleanze strette tra poteri forti il ruolo della comunicazione é disinformare e non proporre temi vitali nel dibattito pubblico. Cosí della riforma agraria non se ne avuta notizia da parte anche di chi, come la candidata governatrice per il Pará Ana Julia, promise anteriormente al suo primo mandato, di avviare quel processo di trasformazione rurale. le alternative al sistema mediatico sono rappresentate, come nel caso del nostro stato, da alcune radio pirata che peró sono spesso intercettate e perseguitate dalla polizia.

- Anche Lula aveva promesso la riforma agraria prima del suo primo mandato.

- Si esattamente ma poi se ne é scordato !

- Ció é dovuto anche alla forte presenza di "fazenderos" nel parlamento? Le informazioni che ho é che piú della metá dei senatori e 200 deputati circa sono latifondisti.

- Chiaro che é cosí, chi ha potere economico tende ad organizzarsi. Si puó ripetere quanto detto prima, quella aspirazione di trasformazione di quella sinistra rappresentata da Lula é soltanto una chimera, Lula e la politica del PT ha dovuto "calare le braghe" ai poteri di una borghesia composta da soggetti operanti anche trasversalmente ai vari livelli istituzionali.

- Abbiamo introdotto cosí la questione relativa al Pará. Il Pará é forse lo stato che maggiormente in Brasile riflette di una condizione di conflitto forte con la rendita terriera improduttiva. Molti latifondisti qua non hanno scrupoli anche a compiere azioni di violenza feroce. Ultimo caso un mese fa un militante MST ammazzato dai "pistoleros" ingaggiati da uno di questi "fazendero". Descrivici un breve quadro sullo stato del Pará.

- Come hai giá ricordato il Pará soffre molto piú degli altri stati del Brasile di una condizione di conflitto rurale ma io direi anche di conflitto urbano se si pensa agli attacchi ricevuti al "grupo Cabana" e ad altri movimenti urbani in lotta. La questione agraria in questo stato é molto piú avvertita in quanto qua ci sono grandi latifondisti che dominano il modello produttivo statale.
Uno dei problemi fondamentali del Pará é proprio il modello produttivo concentrato sull´esportazione. Attraverso l´agronegozio l´immenso territorio di questo stato offre "appetitosi" guadagni, cosí soia transgenica, biocarburanti monocolture, cambiano sempre piú destinazioni agricole. Paradossalmente il consumo interno della popolazione paraense avviene attraverso l´importazione di alimenti agricoli dagli stati del sud del Brasile. In questa maniera i costi di trasporto fanno aumentare i prezzi al consumo.
In realtá la legge statale permetterebbe di approvare una legge agraria cosí superando le mancanti disposizioni federali in materia, ma ció non avviene né qua nel Pará né in nessun stato del Brasile. Ció per quella commistione che esiste tra poteri forti, in cui si mischia interessi privati con quelli pubblici.

un ringraziamento a Severiano e alla sua attivitá in condizione molto difficili.


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